In molti hanno mosso critiche all’edizione italiana di
Wired. Anche io, nel mio piccolo, qualcosa l’ho detta, e tutto ciò che ho trovato insopportabile lo potete leggere
qui. Il direttore del giornale, alcuni giorni fa, ha fatto pubblicare una
lettera sul
blog di Massimo Mantellini per cercare di difendersi da alcune di quelle accuse. Senza entrare troppo nel merito, una cosa mi ha colpito più di tutte; tra le
accuse, c’era quella dell’eccessiva presenza di pubblicità, sia sulla rivista cartacea, sia sul sito internet di
Wired. Riguardo quest’ultimo mezzo, il direttore Riccardo Luna ammette tranquillamente che preferisce «non parlare del sito: è gestito da un’altra società, in un’altra città, in un altro paese, da un’altra redazione e da un altro direttore. A wired.it faccio i migliori auguri e assicuro piena collaborazione ma non tocca a me difenderli da eventuali critiche.».
Scusate, ma che senso ha fare un giornale come
Wired e “appaltare” la gestione del sito internet del giornale a gente totalmente indipendente dalla redazione del cartaceo?
1 Commenti:
Capire tu non puoi / tu chiamale se vuoi / esternalizzazioni ;)
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