mercoledì, agosto 31, 2005

Candidare Oriana Fallaci contro Afef?

Non è stupida l’idea ventilata dall’organo ufficiale della Lega Nord, La Padania, a proposito di candidare la Fallaci contro Afef Tronchetti Provera. Ma le condizioni affinché questo avvenga mi pare proprio che non ci siano. Prima di tutto la candidatura di Afef ancora non è stata ufficializzata. Certo, la tentazione per la bella (bellissima!) tunisina è molta; Mastella è un vecchio volpone e sta cercando in tutti i modi di averla dalla sua parte, ma mr Telecom, il di lei marito, ha posto il suo veto (e Afef stessa infatti ha subito dichiarato “Mio marito non vuole che io entri in politica”). Siamo consci che trattasi del solito teatrino della politica italiana: tira, molla, vengo, non vengo, sì, no, forse. Dovremmo esserci abituati e allo stesso modo sapere che se la voce gira e la diretta interessata non smentisce, orami è cosa fatta. Ora dunque poniamo che Afef si candidi con l’Unione e, come lei stessa ha dichiarato, contro le idee del presidente del Sentato Marcello Pera. A questo punto la battaglia deve essere condotta ad armi pari, e serve una donna. Chi dunque meglio di Oriana Fallaci, una pietra miliare, una faccia conosciuta ai più (tutti quei milioni di italiani che hanno comprato i suoi libri)? Ma soprattutto una persona amata per le sue idee, una persona con una forza, un orgoglio, una rabbia e una ragione superiori. Una persona che riuscirebbe prima a mettere al tappeto la bella Afef e poi ha insinuare il tarlo nella testa degli italiani. Ma non sogniamo troppo. Oriana è una che, non dico non accetta, proprio non si fa nemmeno tentare. Più volte su queste pagine (nella vecchia edizione, al vecchio indirizzo del vecchio condominio cannocchialuto) ho scritto che ero totalmente d’accordo con chi, come Vittorio Sgarbi, chiedeva al Cav. di andare a bussare alla porta della scrittrice a New York. Ma lei, la scrittrice, non si è fatta attendere e ha subito minacciato: che ci provi il cavaliere a venire alla mia porta. La speranza è l’ultima a morire, vero. E la nostra speranza per avere un’Oriana “politicamente attiva” è che per prima cosa lei stessa si renda conto della coscienza che gli italiani hanno su certi temi e decida di intervenire subito. Al fianco di Pera, di Ferrara, di Feltri, di Sgarbi e di altri “atei devoti” e “duri e puri” come lei i quali, pur considerando Cristo come una mera invenzione umana, hanno però a cuore i temi della cultura cristiana, delle nostre radici, del nostro pensiero filosofico che per forza di cose è di matrice religiosa. Temi che vengono ogni giorno minacciati e messi in pericolo dal cosiddetto “scontro di civiltà” che l’Islam ci ha dichiarato da ormai 4 anni (tra poco è l’11 settembre, bellezze). Per queste ragioni deve venire la candidatura di Oriana Fallaci, per queste ragioni il centro-destra (odiato dalla scrittrice tale e quale il centro-sinistra, ma per forza di cose più vicino al suo pensiero e alle sue idee) non deve demordere bensì persistere nella conquista della giornalista. E poi lei stessa deve fare il suo passo. Certo, magari dopo il colloquio con Benedetto XVI, persona che Oriana non ha mai nascosto di ammirare e persona che dalla scrittrice è stata più volte additata come uno dei pochissimi pilastri di salvezza che l’Occidente intero ha a sua disposizione, qualcosa può cambiare.

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