Di embrioni se ne è parlato molto. Ma mai troppo. Nei giorni caldi prima del referendum sulla Fecondazione Assistita dello scorso giugno il dibattito imperava ovunque: televisione, carta stampata, persino improvvisati forum mattutini al bar durante il caffé. Ma permetteteci, o lettori di santa pazienza, di tornarci su ancora una volta. Una delle questioni più scottanti riguardava il congelamento degli embrioni – crioconservazione, per essere precisi e adottare il giusto lessico –; poi il referendum è fallito grazie alla vittoria del fronte dell’astensione, la legge 40 è rimasta com’era e gli embrioni in Italia non si possono surgelare. Giusto? Sbagliato? Per capire meglio buttiamo un occhio al di là della Manica: Regno Unito, patria protagonista nelle discussioni sui possibili scenari futuri in materia di fecondazione assistita. Bene, lì in applicazione della legge britannica riguardante il tema, approvata nel 1980 durante il primo mandato del governo Thatcher, la conservazione degli embrioni è permessa. Per cinque anni, dopodichè gli embrioni non potranno più essere utilizzati, quindi per procedere con l’impianto si dovranno “produrre” – brividi a causa del termine – embrioni nuovi. Succede quindi che Natalie Evans, signora di 34 anni, ex fidanzata di tale Howard Johnson, embrioni avuti con quel partner congelati nel 2001 (scadenza dunque agli sgoccioli: 2006) abbia in corso un procedimento giuridico perché l’ex fidanzato – il sopraccitato Johnson – non dà il via libera all’impianto degli embrioni in quanto la loro relazione è da tempo giunta al termine. In questo modo la Evans non può procedere poiché mancherebbe il consenso di uno dei due genitori “in potenza”, cosa non permessa dalla legge inglese, che prevede invece l’obbligo del pieno consenso da parte di entrambi i genitori. Con ogni probabilità la disputa legale non verrà riconosciuta e la Evans non potrà procedere nel suo tentativo di mettere al mondo dei figli, non solo contro la volontà del loro padre naturale, ma soprattutto in mancanza di questo padre naturale. E i precedenti decisamente non giocano a favore della signora: sempre nel regno unito una certa Lorraine Hedley perse la causa contro il suo ex compagno per gli stessi motivi per i quali la Evans ha ora intrapreso l’azione legale (fonte: Il Foglio 29.09.2005).Tralasciando le questioni legali, fermiamoci un attimo su quelle cosiddette etiche. Fino a che punto è giusto dunque conservare degli embrioni – delle vite umane – se poi i risultati sono questi? Perché mettere al mondo un figlio quando il desiderio della coppia non è appagato al 100%, quando un genitore – a causa della fine dell’amore con la sua compagna – non è più disposto a fare un figlio? E che fine faranno quegli embrioni, una volta scaduto il termine per il congelamento? Lo scarico di un lavandino ci sembra la risposta più ovvia, oltre che più schifosa. Per questo, a mente fredda e di fronte a queste storia, tutti i sostenitori del “sì” in Italia dovrebbero fermarsi un attimo a riflettere. E pensare a quanti embrioni congelati si sarebbero avuti anche in Italia se la legge fosse modificata. Quante vite umane in attesa di un procedimento legale che vede coinvolti un padre che non ama più una madre, e una madre che per un egoista desiderio di maternità sarebbe disposta a mettere al mondo un figlio senza padre. O che semplicemente avrebbero visto nel loro futuro un’inutilità con il conseguente smaltimento nel bidone dei rifiuti cosiddetti “umidi”.
C’è da aggiungere un’altra considerazione: in Gran Bretagna la legge che regolamenta la fecondazione assistita è sotto i riflettori: essendo del 1980 è considerata – legittimamente – vecchia e si sta dunque pensando di rivederne alcune parti. Ovviamente l’obbligo del consenso da parte di entrambi i genitori per proseguire nell’impianto degli embrioni congelati è uno dei punti in discussione. Verso quale orrenda liberalizzazione della pratica – nata giustamente per far fronte ai problemi di fertilità che affliggono sempre più persone, ma evoluta nel modo per sfornare figli, sempre e comunque - il mondo sta volgendo?
[PS: a scanso equivoci è sempre meglio precisare. Questo non è un blog bacchettone, un blog che condanna i preservativi, che la contraccezione è uno schifo, che la legge 194 andrebbe rimessa in discussione. Assolutamente. Solamente davanti a certi temi, davanti a certe esperienze, non si può chiudere un occhio – o come spesso accade, anche l’altro – in nome di un “liberalismo” del quale tutti si riempiono la bocca, neanche fosse un lasciapassare per poter parlare di certi argomenti. C’è del gran liberalismo anche da queste parti, ma non puntate subito il dito all’urlo di “bacchettone” se si cerca di analizzare la triste realtà che ci circonda per quello che realmente è. Nel caso specifico uno schifo. Saluti – e scuse per lo scarso aggiornamento del blog negli ultimi giorni.]
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