Una chiavica pazzesca
Temevo di essere ripetitivo con la storia di Celentano, di Rockpolitk, di Benigni. Di tutte quelle pistolate che per altri due giovedì sera ci dovremo sorbire. Invece, oltre a non essere per nulla ripetitivo dal momento che tutti ancora ne parlano e ne scrivono, scopro anche di essere in buona compagnia. Qualche post più sotto ho affermato che Benigni sarà anche bravo, ma che il suo è sempre il solito show. Bene, anche Il Riformista ne prende atto e, stamane, in prima pagina scrive una bella pseudo-letterina al comico. Precisa fin dall’inizio che il quotidiano diretto da Tonino Polito “le vuole bene” e che non vuole essere un attacco duro e crudo. Però “perché non fa un film senza finire in mutande o cantando ‘Vieni via con me’ di Paolo Conte come fa nel suo ultimo film che è uguale al prossimo? Ma perché lei mette sempre sua moglie nei film?”. Ma perché anche la sinistra più nobile e raffinata ci ha messo tutto ‘sto tempo per capire che Benigni, l’ultimo Benigni, è una chiavica pazzesca?
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