Via Arafat e non Via Caduti a Nassiriya - che schifo.
Avrei voluto – anzi, dovuto - scrivere almeno settemila battute (ma non ce l'ho fatta) per parlare della vicenda di quel sindaco nel napoletano – riportarne il nome e il paese di cui è primo cittadino? Meglio omettere – che con la scusa del “i soldati italiani in Iraq sono pagati” ha preferito intitolare una via a Yasser Arafat e non ai caduti dell’attentato di Nassiriya. Uno sgarbo tutto all’italiana. Anzi, tutto “alla sinistra”, essendo il nostro “grande personaggio” un sindaco dei Comunisti Italiani. Capito? I nostri erano pagati, condizione necessaria per essere esclusi dal titolo di “martiri” – ma i soldoni che Araft aveva non sono stati presi in considerazione? Un gesto folle, e una follia difendere questa azione che offende i parenti di quelle vittime, anzi – tanto qui si può dire – di quei martiri, oltre che il Paese intero. Che schifo. Potessi, la farei a casa mia una via per loro, e darei un bel calcione nel sedere a tutti quegli imbecilli che la pensano come quel sindaco. Ignoranza strumentalizzata, nient’altro da aggiungere di fronte a queste cose.
5 Commenti:
Anche io ho fatto un post del genere, ma con una visione meno estremista
Non c'è nulla di estremista. Non si tratta nemmeno di negare una via ad Arafat - pur sempre un Nobel (discutibile quanto si vuole...) alla Pace - è proprio una questione di indecenza. Non dedicare una via ai morti a Nassiriya perchè in fondo erano pagati è sintomo della malattia della sinistra italiana (o per lo meno della sua ala estrema), oltre che - soprattutto - di offesa generale alla nazione.
Saluti
Caro Ordine Genarale, per Tisbe, se urli il tuo sdeno contro l'antitalianità della sinistra sei estremista; se i suoi compagni sputano veleno e offese sulla destra e Berlusconi, è normale, è giusto, è resistenza. E' la doppia morale della sinistra. E' la doppia morale di Tisbe. GM
premesso che è lungi da me infangare l'onore di chi è morto in guerra, il termine martire è imporpiro e azzardato... martire: dal greco martyr “testimone (della fede)”- 1.Cristiano dei primi secoli che, sopportando le persecuzioni e la morte, testimoniava la sua fede. 2. Chi si sacrifica e soffre, o muore, per un ideale, una missione. 3. chi sopporta con rassegnazione dolori, sofferenze e ingiustizie. Se vale il principio che chi muore in guerra per un ideale è un martire, allora giustifichiamo Al Qaeda.
@ mariniello: che vuoi farci? Tra l'altro inutile indicareuna sola persona - tu l'hai fatto, io non me la sento - perchè è il sintomo di una "certa" sinistra tutta
@laslotoz: che bello consultare i dizionari, eh? E c'è proprio bisogno di catalogare come martiri i soldati italiani morti in un attentato terrositico per poter dedicare loro una via? Martiri o no, meritano rispetto. E siccome siamo in Italia, è chiedere troppo che loro abbiano almeno una precedenza toponomastica rispetto ad Arafat?
A quanto pare comunque il sindaco - sentendosi umiliato? - ha deciso di farla la via. Meno male, anche se avremmo preferito non dovergliele cantare prima di fargli cambiare idea.
Saluti
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