martedì, dicembre 20, 2005

In Iran il rock in radio è proibito

Si è sempre detto che il Rock è la musica del diavolo. I nonni guardano i giovani capelloni con disprezzo, i poveri genitori comprano loro chitarre salvo poi pentirsene alla prima lattina di birra scolata con veemenza o alla prima prova nel garage di casa. Ma è tutta roba vecchia, sia che si considerino le affermazioni dei poveri illusi de “il rock è morto”, sia che si accettino i fan del rock, che come si evince dal nome sarà duro anche a morire. Lunga premessa per far capire a tutti di cosa si sta parlando, e al limite suscitare una riflessione sulla sua eventuale pericolosità. Questo perché Ahmadinejad, dopo aver promesso di cancellare Israele dalle cartine geografiche, dopo aver affermato che l’olocausto è un mito – non nel senso dell’espressione tipica degli anni ’80 “sei un mito”, quanto nell’accezione letteraria (es. “miti” greci) del termine – ora si appresta a bandire la musica rock in Iran. Perché guai a passare per le radio quello schifo made in Occidente. Guai a passare Cocaine di Eric Clapton, o quel sessualmente deviato di George Michael o addirittura quegli hippies degli Eagles, con la loro Hotel California che già dal nome evoca luoghi da porci americani. C’è qualcuno a cui tutto ciò sembra normale?

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