Nessuno pensa al futuro il venerdì / un buco nel goldone e lui è arrivato qui.
Trattasi di citazione di una canzone, ovviamente italiana, ovviamente non vi dico di chi, ché tanto i più giovini di voi l’avranno già capito. Sta di fatto che – lungi da me dall’ascoltare terribili porcate – la Pupa la passa spesso in macchina. Riassume bene, del resto, lo stato della contraccezione italiana. E mai mi sarei sognato di scriverne, dal momento che l’argomento è già ampiamente sviluppato ovunque – ma evidentemente, visti i risultati, mai quanto basta. Lo faccio solo perché in questi ultimi giorni è esplosa la polemica riguardante la distribuzione gratuita di preservativi, promossa dal Ministro Stefania Prestigiacomo. C’è subito da registrare una cosa: trasversalmente praticamente nessuno è d’accordo, Radicali a parte che, se fosse per loro, i preservativi li distribuirebbero anche fuori dalle Chiese se solo riuscissero a non svenire nell’avvicinarsi. Registrata la cronaca di Palazzo, aggiungo il mio modesto pensiero: nemmeno io sono d’accordo. Certo, i motivi che hanno spinto la Prestigiacomo – che, a scanso equivoci, da queste parti si ammira anche ma non solo per la sua indubbia bellezza – sono nobili: evitare di ricorrere all’aborto a mo’ di contraccettivo post coito e il diffondersi delle infezioni, con particolare occhio di riguardo verso l’Aids. Ma qui scattano subito delle obiezioni: siamo in Italia e tutto deve rendere conto ai soldi, dunque partiamo da loro. Un preservativo – chi li usa lo sa – non comporta una spesa da svenimento. Ce ne sono molti, tutti affidabili, e coprono un range di prezzo che va dalle 5 alle 10 euro, a seconda del tipo, della marca e soprattutto del numero di pezzi in ciascun pacco; in conclusione si può tranquillamente affermare che con un singolo eurino – ad esempio, risparmiate su Repubblica e vi rifate con un rapporto sicuro – ne potete prendere uno. Tutti converranno che la spesa è decisamente piccola e sopportabile per qualunque tasca. Questo però se i condom vengono acquistati privatamente dai singoli utenti. Riuscite invece ad immaginare che aggravio sulla spesa pubblica comporterebbe la distribuzione gratuita di preservativi da parte dello Stato? Svariate migliaia – milioni? – di euro, che inevitabilmente aumenterebbero sotto l’influenza di quell’arte tutta italiana del “se è gratis e me ne spetta uno, ne esigo almeno tre o quattro”. Dunque giusto che lo Stato, già soffocato di suo, si accolli anche questa spesa? Dubitiamo. Passiamo alla seconda delle obiezioni contro questa libera distribuzione: si farebbe, come detto sopra, per limitare gli aborti come contraccettivi e la diffusione di infezioni. Per quanto riguarda gli aborti, la questione è delicata e calda già di sé, in questi giorni; tuttavia dubito che si risolva qualcosa regalando preservativi, perché mi viene da pensare che la ragazzina, che a 15 anni si è fatta ingravidare da un tizio che conosce da tre giorni, il quale ha almeno un paio di anni più di lei e, stranamente questa volta in modo puntuale, si “ritira” appena lei gli comunica del nascituro, se avesse applicato il buon senso un preservativo l’avrebbe fatto indossare – o comunque l’avrebbe comprato da sé. È che spesso si ha a che fare con l’ignoranza – e non nel senso offensivo del termine – delle persone, di coloro che si fidano dello sconosciuto dalla promessa facile, dal “tranquilla, che esco in tempo” e allora via, niente preservativo perché lui le ha detto che “altrimenti non mi tira”, la pillola no perché “chi lo dice a mia mamma?”, “ma sì, figuriamoci se deve capitare proprio a me” e poi – zac! – si scoprono incinte e ricorrono al contraccettivo – nonostante il motivo della sua esistenza non sia questo - più affidabile che si conosca, l’aborto. Per casi come questi – come del resto per coloro che, dall’alto della loro spavalderia, non temono l’Aids – non bisognerebbe distribuire i preservativi gratis. Non li acquistano mica perché costano troppo – e anche se fosse, una persona non bada a spese per prevenire un virus mortale – nossignori. Perché non sono educati. Perché nonostante tutto sono ancora ragazzini ingenui, che con i preservativi già per altro abbondantemente distribuiti gratis non dal Governo ma dai vari sponsor fuori dalle discoteche, ci fanno i palloncini. E si divertono. Se il governo vuole prevenire l’abuso ingiustificato e selvaggio degli aborti o il calo di diffusione dell’Aids dovrebbe potenziare le sue campagne informative, dovrebbe educare le famiglie al maggior dialogo e consiglio con i propri figli. E non sparare condom addosso agli italiani, e buttare così via i soldi.
Anche se ho letto su Panorama che hanno inventato i preservativi per la donna, solo che costano circa 6 euro al pezzo e, sì, insomma, sono pur sempre usa e getta. Carissima Prestigiacomo, io di apprezzarti l’ho affermato qualche riga sopra, tu in cambio me ne regali un paio – a spese del Governo, ci mancherebbe – che li faccio provare alla pupa?
2 Commenti:
Razionalmente sono d'accordo con te, ma il sesso e' sempre stato vissuto come un rischio. Se lo si considera una pratica comune, o normale, perde parte della sua attrattiva e le perversioni si moltiplicano a dismisura. Una buona educazione prevede anche la spiegazione degli "effetti collaterali". Provvedimenti come quello in oggetto sono fuori dal mondo, ma sono ispirati da preoccupazioni serie; una fra tutte una pandemia che costerebbe in termini finanziari, e soprattutto umani, ben piu' del prezzo dei preservativi. Considerato che l'educazione e' carente e che c'e' gente che in IIIa media non sa ancora leggere e scrivere: che si deve fare?
D'accordissimo, caro Pseudosauro. Il fatto è che nemmeno distribuendo i preservativi gratis la gente - non tutta, ma la stessa che non lo fa nemmeno ora - li userebbe. Dunque ritengo la proposta del ministro Prestigiacomo nulla più che una provocazione - al pari del viagra gratuito per i pensionati.
Saluti
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