sabato, maggio 27, 2006

Le donne che leggono...

Particolare di Woman in Waves, Gusatave Courbet, 1866, Olio su Tela, 65x54 cm, The Metropolitan Museum of Art, New York


Le donne che incontri sul treno, in aereo o in metropolitana. Alcune di loro leggono il giornale, e sono bellissime, tutte. Le guardi mentre sfogliano le pagine, e quasi ti dispiace per quei polpastrelli che gli si impiastricceranno di inchiostro. Poi ti soffermi ad ammirarle più attentamente, e capisci che non tutte sono esattamente uguali.

Per una strana coincidenza la maggior parte delle donne tra i 20 e i 45 anni – il campione che mi preme osservare – legge Repubblica. E le vedi subito: maliziose, permalose, vagamente grandeur. I titoli dei commenti, per grazia divina, li scrollano solamente e si soffermano invece sulle cronache, politiche e non. Con ogni probabilità dell'omelia domenicale dell'insopportabile fondatore leggono sì e no le prime quattro-cinque parole, poi mollano il colpo. Corrono subito a pagina 2-3 a leggere cosa dice Berlusconi, perché per uno strano contrappasso lo amano più di quanto credono di odiarlo. Sono però indubbiamente Donne, le lettrici di Repubblica, sono belle e si curano. Hanno occhi grandi, capelli mechesati, unghie ben curate ma non smaltate e alcune – le bionde soprattuto – al sabato si dilettano nella lettura delle pagine culturali.

Le donne che leggono il Corriere della Sera non sono tanto diverse da quelle che leggono Repubblica. Certo, sono più milanesi – e grazie, ma non in senso territoriale quanto in funzione della mentalità – sono anch'esse in carriera o comunque di livello medio-alto, sono incredibilmente affascinanti. Ma a differenza di quelle che leggono Rep. sono più propense ai commenti – non si negano mai, chessò, un Sergio Romano o un Angelo Panebianco – e odiano Berlusconi più di quanto pensano di amarlo (e in questo il loro direttore è stato un maestro). Al sabato leggono Io Donna mentre sorseggiano il caffè e fumano la sigaretta tirandola di sbieco; il magazine lo sfogliano, Sabelli Fioretti probabilmente pensano sia un comico televisivo, perché le sue interviste sono tutto tranne che femminili. Ad ulteriore differenza delle scalfariane, le corrieriste si truccano – e di conseguenza – se la tirano di meno; sono più naturali, e decidete voi se ciò è un bene o un male.

A Milano – ché sono restio a fornirvi i cazzi miei, ma almeno un'indicazione territoriale ve la devo dare – non ho mai visto una donna – che non sia la mia – leggere La Stampa. Perché è di Torino, certo. Perché non è a colori, può essere. Perché magari sul bancone dell'edicola non è proprio in bella vista. Perché è fredda e tipicamente sabauda, non lo escludo. Eppure sono convinto che se solo le dessero un'occhiata si accorgerebbero che trattasi di foglio molto più intelligente sia del Corriere che di Repubblica – ma ricordiamoci che le donne già sono restie, e beate loro, a leggere commenti, figuriamoci i polpettoni della Spinelli.

Le donne che leggono i grandi quotidiani romani come Il Messaggero e Il Tempo non sono pervenute. Anche se conoscendo lo stile dei due giornali sono facilmente identificabili: quella che legge Il Messaggero è indubbiamente meno colta di chi legge gli altri tre grandi quotidiani nazionali sopra citati, anche se mantiene l'essere fortemente donna e femminile seppur con connotazione più provinciale e meno cittadina: niente foulardino svolazzante in primavera; unghie meno curate; trucco leggero e capello da sistemare. La lettrice del Tempo è laziale ma non romana, ergo da quelle parti si potrebbe considerare burina. Niente di tutto ciò, perché leggendo il quotidiano diretto da Pedullà dimostra molto più intelletto – anche se abbinato magari a meno classe – della lettrice del Messaggero. Insomma, è una che ha capito l'insipidità del quotidiano di Caltagirone e cerca sensazioni forti.

Difficilmente la donna la trovi con in mano un quotidiano d'opinione se non addirittura di partito. E quando succede, succede quasi sempre a sinistra. Così vedi lettrici dell'Unità e addirittura di Liberazione – mai del manifesto. E si tratta sempre di una figura femminile all'antitesi con la lettrice di Rep. Corriere e Stampa: mai sotto la quarantina, il capello grigio e poco curato sebbene tendente al corto, scarpe basse, gonne – grigie o nere – rigorosamente al ginocchio, collant anche d'estate per contenere il gonfiore degli arti inferiori. Insomma, non esattamente il modello di donna che “ti prende”, sebbene lo capisci che il cervello c'è e funziona, peccato per la scelta dei giornali, così tanto faziosi e poco indipendenti. Si tratta di una donna barricadera, una che con ogni probabilità ha fatto il sessantotto. Una che ha una connotazione politica elevatissima, che frequenta ancora la sezione di partito nonostante lo sporco per terra e il ciclostile di trent'anni fa. È una che se la figlia esce con un ragazzo di destra, segrega in casa la prole pur di non sporcare l'onore. Beve vino, rosso. E ha un'insopportabile fiatella il mattino dopo.

Sul fronte “di destra” mai visto una donna con Il Giornale, segno che ormai il quotidiano di Belpietro lo leggono solo gli over sessanta uomini essendo ultimamente – Facci a parte – di una noia mortale. Trovi ogni tanto qualche donna con in mano Libero: caratterialemente è simile alla lettrice de l'Unità, anche se ovviamente agli antipodi politicamente, ma con maggior gusto nel vestire – è donna tanto quanto la lettrice di Rep. Corriere e Stampa – e nel tenersi; però non beve vino e in vita sua non ha mai nemmeno visto in fotografia una sezione di partito, quindi di scendere in piazza figuriamoci. Fuma Marlboro Lights ed è dotata di spiccata verve polemica.

Mai visto una donna con Il Riformista o con Europa. Quando vedete una donna che legge Il Foglio – magari partendo dagli inserti dall'aria dandy per poi arrivare agli editoriali – presentatemela: potrebbe, un giorno, essere mia moglie.

Non di soli giornali si nutrono le donne. Queste sono soprattutto avide lettrici di settimanali. Le più fighe – mi si perdoni il pur doveroso francesismo – sono quelle che leggono Vanity Fair. A questo livello non ce n'è per nessun'altra. Seguono a ruota le lettrici di A – nonostante non abbiano ancora capito che il loro giornale è molto più scialbo della fiera delle vanità – e quelle dei mattoni come Vogue e Cosmopolitan, con menzione speciale per coloro le quali leggono questi magazine nella versione inglese o americana. Le acquirenti di Grazia hanno occhi solo per guardare ma non per leggere, quindi non chiamatele “lettrici”: vogliono osservare i vestiti come se stessero sfogliando il catalogo del Postalmarket e hanno poca curiosità per il mondo che le circonda. Di più e rotocalchi scandalistici vari – ad eccezione di Oggi e Gente, letti solo da marelle – sono tenuti fuori dalla catalogazione, essendo infatti acquistati solo da colombiane e peruviane. In questa categoria farei entrare anche Diva e Donna della Giacobini: doveva essere il primo e unico vero concorrente di Vanity Fair, non è invece mai decollato in quella forma e allora – grande sterzata – è stato inzuppato di gossip per andare ad abbracciare il pubblico che si merita, quello straniero. Mica siamo in Inghilterra qui.


6 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

mmmmh le vedi male le donne tu...forse non hai pensato che di donne che leggono 'il foglio' è piena l'Italia, solo che, quelle furbe, aspettano le 13...è gratuitamente online la versione completa....:-)

12:02 AM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Ma a leggelro on line, cara Inyqua, si perde la poesia :)

Comunque le donne le vedo benissimo, giuro. Le adoro. Siete la cosa più deliziosa al mondo!

Saluti

2:16 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Leggo Il Giornale, da sempre. Ho imparato a leggere, credo, grazie a Montanelli. Ma quando siamo (noi azzurri) all'opposizione è molto più divertente, lo ammetto. Leggo anche Il Foglio e grazie a Dio Ferrara ha cassato la Soncini (che vuole ma non può indossare i panni di Facci, in rosa). A volte leggo Libero (solo che libero si salva per le prime tre pagine: tutto il resto è noia). Ogni giovedì o al massimo venerdì (perchè l'eurostar che attraversa la padania è lento, troppo lento), compro anche Vanity Fair, settimanale piacevole, equilibrato nei contenuti, divertente, ricco e molto ben fatto. E poi c'è Il Sole, che ti salva la colazione del giorno dopo.

A questo punto mi chiedo: sono una donna?

Saluti

Anna

5:19 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Compro e leggo regolarmente Il Giornale, da Feltri in poi, ma spesso anche Il Foglio e Libero, addirittura tutti e tre se viaggio in treno e, infine, Anna mi ha tolto dalla tastiera la stessa domanda, cioè sono tutte fighe meno noi? vorrà dire che il prossimo viaggio mi comprerò, minimo, anche Vanity Fair :-)
Lorenza.

6:53 AM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Carissime Lorenza ed Anna,
dalle letture che fate siete fighissime, assolutamente! ;)

Un caro saluto!

10:41 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Già che ci siamo: consiglio vivamente "Cambiare regime" di Christian Rocca.

@Lorenza: ho sempre saputo che i miei mi avevano nascosto una sorella gemella!! ;)

5:21 PM  

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page