l'indulto sbagliato
Sono sempre stato favorevole all'indulto, e queste pagine sono piene di affermazioni in tal senso. Tuttavia sono sempre stato favorevole all'indulto come soluzione per il vergognoso problema delle carceri e non, come visto in parte successivamente, per rimettere in libertà persone che si sono macchiate di reati gravi. E, inoltre, la legge approvata parlava chiaro: niente indulto per le persone che si sono macchiate, tra gli altri, di terrorismo e di associazione sovversiva. Pur non rifacendomi alla strumentalizzazione politica in atto in questi giorni, non mi piace che una persona, Silvia Baraldini, che si è macchiata di tali reati e che è stata condannata negli Stati Uniti a 43 anni venga rimessa ora, in Italia dove è ritornata nel 1999 grazie a Prodi e con un Diliberto fiori-munito che l'attendeva in aeroporto e dove scontava per gravi motivi di salute la sua pena agli arresti domiciliari, in libertà. Perché è un'ingiustizia non solo verso la popolazione italiana ma anche verso coloro i quali – e sono tanti – pur avendo tutti i requisiti per essere liberati, ancora non sono riusciti a beneficiare dell'indulto vuoi perché senza la protezione delle alte sfere o vuoi perché, semplicemente, più sfortunati. Di una sfortuna che si misura in termini di popolarità.
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