Ritrovata intesa Fini - Cav.
Stupisce, più che altro i centristi, che Gianfranco Fini abbia rilanciato la sfida di Silvio Berlusconi mettendosi questa volta al suo fianco e salutando il tacito accordo con quelli dell'Udc, accordo che all'epoca fu ribattezzato subgoverno. Il fatto è che questa volta Fini ha fatto una mossa davvero intelligente e degna della sua caratura politica. Ma ovviamente è presto per cantar vittoria: c'è la base di An che dovrà benedire o meno queste dichiarazioni, e la cosa sappiamo che non sarà facile. I cosiddetti berluscones, quelli che hanno meno a cuore la camicia nera, staranno all'accordo, ma gli altri? Gli Storace, gli Alemanno, la cosiddetta (ex) destra sociale? Come reagiranno questi? Il problema ovviamente non riguarda solo questa (ritrovata) intesa con il Cav. Riguarda molte altre cose. Gianfranco Fini, e questo è da tempo che vado a ripeterlo, è sicuramente stretto all'interno del suo partito. Le sue idee non combaciano più in toto con quelle dei suoi compagni, anche se una svolta – ulteriore, dopo quella significativa ed importante di Fiuggi – questa volta sembra difficile da fare per molti motivi. Primo tra tutti il fatto che dentro Alleanza Nazionale sono in pochi – a dispetto delle previsioni – quelli che vorrebbero un cambiamento. La destra moderna e liberale, come già An dovrebbe essere ma che purtroppo non è, richiede l'abbandono di alcune idee che, sebbene non appaiano in modo ufficiale nei disegni politici e programmatici del partito di Fini, spesso sono impresse in coloro i quali sono chiamati a guidarlo, il partito. Per questo da tempo il sottoscritto pensa che Fini dovrebbe abbandonare An – o alla peggio rifondarla ex novo – per fondare un partito che sia la guida della Destra italiana, una destra finalmente moderna e che nemmeno odora più di camicia nera, sul modello francese di Sarkozy. Sono sicuro che Fini guadagnerebbe molti elettori – la maggioranza di quelli che fino ad ora ha solamente simpatizzato per lui e buona parte di quelli di An – e potrebbe candidarsi a ruolo guida del centrodestra italiano, il giorno in cui il Cav. dovesse decidere di farsi da parte. Alla peggio, e questa fino ad ora è più una provocazione che una previsione o un desiderio, potrebbe entrare in Forza Italia e magari tra qualche anno prenderne la guida, salutando i vari Formigoni della situazione.
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