domenica, novembre 12, 2006

Elogio della pazzia

Il paese è impazzito perché non comprende come debba pagare più tasse. E nel non comprenderlo, non capisce nemmeno perché debba farlo anche se Prodi ha ampiamente affermato che l'Unione le imposte non le avrebbe toccate e anzi, le avrebbe eliminate. Il paese è impazzito perché i suoi abitanti di questa Finanziaria non hanno capito nulla. Non hanno capito se sono i ricchi a dover piangere o se sono i poveri. E nel caso della prima ipotesi il paese non ha capito chi effettivamente sia ricco: il tycoon, il manager, il banchiere o semplicemente chi possiede una barchetta per trastullarsi d'estate sotto il sole – in quest'ultimo caso sono ricchi anche i comunisti: su manifesto e Liberazione campeggia sovente la pubblicità di una marca di barche, con lo slogan “il motoscafo di riferimento”, e il riferimento è evidentemente per il lettore di suddetti fogli. E, tuttavia, non capisce perché alla fine della fiera tutti dovranno piangere. Il ricco, il povero. Persino l'economia e la ricerca scientifica.

Il paese è impazzito. Perché sta girando come una trottola da un concessionario all'altro, per comprarsi una macchina che non venga tassata. Ed è un'impresa, perché insieme al paese va da sé che sono impazziti anche i venditori di automobili. “Guardi, questa vettura non le viene tassata, non ha letto il giornale stamattina?” - il giorno dopo: “vorrei disdire l'ordine, perché su suo consiglio il giornale stamattina l'ho letto, e questi hanno cambiato idea: quella macchina mi sarà tassata”. E via, tutta una corsa a vendere i Suv, a ri-comprarsi i Suv perché tassano in base al peso e tanto vale, a ri-vendere i Suv perché hanno cambiato idea. C'è gente che si è venduto la Focus per comprare una Panda 4x4 e nel giro di due giorni è passato dal non dover più pagare la tassa sulla prima perché in vendita, al dover pagare la tassa sulla seconda perché pesava troppo, o i Kw erano troppi, o quel giorno il Governo pensava gli servissero altri soldi per pagare ministri, segretari, sottosegretari, nani e ballerine – la corte più numerosa della storia repubblicana.

Il paese è impazzito, ma questo è ancora nulla rispetto a ciò che si vedrà questa estate. Perché adesso è il momento di pianificare le vacanze, e allora l'italiano sceglie in base alla minor incidenza del nuovo balzello sul turismo. E considerando che l'Italia è così bella, turistica, piena di monumenti e di magnifici litorali, il paese intero si troverà a fare le vacanze a Cinisello Balsamo*. Salvo scoprire che la nuova tassa è stata ritirata, non se ne è fatto più niente, o forse sì, ma non importa: il paese si ritroverà, pazzo, a cambiare località all'ultimo momento.

Il paese è impazzito perché anche il pensionato si è munito di bancomat, libretto per gli assegni e carte di credito. Ma siccome loro, quelli del governo, pazzi non sono, han pensato bene di mettere i bastoni tra le ruote al loro vice-ministro, quello del grande fratello fiscale, e rimandare al 2008 il decreto che prevede i pagamenti in modo tracciabile per i servizi sopra i 100 euro. E il vice-ministro trombato, ora, accusa il centrodestra di difendere gli evasori fiscali, tanto per rimanere in tema di pazzia.

Il paese è impazzito perché di tutte queste spese, di tutto questo preparare la strada per un futuro, questo “piangere oggi per ridere domani”, non gliene frega niente. Il paese è impazzito perché metà paese – quella già pazza – ha votato la causa di follia per l'altra metà – quella sana. Il paese è impazzito semplicemente perché è cascato nella trappola di Romano Prodi e della sua compagine massimal-riformista – definizione ossimoro -, la quale compagine prometteva ripresa immediata, prometteva zero tasse, prometteva serietà al governo – e mica nella manifestazione anti-governo – e non ha mantenuto nulla. E ora, poveri scemi, si permette anche di dare di “pazzo” all'Italiano, con silenzio imbarazzato di Fassino e Rutelli – tanto già sono imbavagliati, aggiungere un po' di imbarazzo e tenere la bocca chiusa non costa loro nulla – e indecente tentativo di difesa delle parole – cfr. l'intervista a Bersani su La Stampa, 12.11.2006, pag.2. Roba che se quelle stesse parole le avesse pronunciate il Cav., in televisione starebbero ancora commentando l'ascesa di un regime dittatoriale. Nel quale, chiaramente, avremmo trovato non dico la cura alla nostra follia, ma almeno un buon luogo nel quale trascorrere la convalescenza.

* e sia detto senza offesa per gli abitanti di Cinisello Balsamo, rispettabile cittadina alle porte di Milano, celebre per essere – ingiustamente – citata spesso negli esempi, in alternanza con Concorezzo, al pari di “paese qualunque”.


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