giovedì, novembre 09, 2006

Vogliono la chimera uomo-animale. Siamo sicuri?

È di qualche giorno fa la notizia, inquietante, che due equipe mediche guidate da Stephen Minger (King's College) e Lyle Armstrong (North East England Stem Cell institute) hanno chiesto alla Hfea, l'autorità inglese che si occupa di autorizzare e monitorare le ricerche basate sugli embrioni e gameti nonché le cliniche che offrono la fecondazione in vitro, di poter procedere alla creazione di embrioni per metà umani e per metà derivati da specie bovine. Lo scopo dell'esperimento sarebbe quello di arrivare ad ottenere un embrione dal quale estrarre cellule staminali ad uso terapeutico, in particolare da impiegare nella ricerca di new drugs contro il morbo di Parkinson o le malattie cardiovascolari. L'embrione, assicurano quasi a prevedere l'ovvia obiezione, sarà al 99,9% umano e allo 0,1% animale. La modalità per arrivare a questo risultato consiste nel prendere una cellula di bovino – mucche, capre e conigli - , svuotarla del nucleo ed innestare al posto di questo il nucleo di una cellula umana, probabilmente quella della pelle. L'embrione così ottenuto andrebbe distrutto dopo 14 giorni dalla creazione.

Le due equipe hanno affermato di essere dovute arrivare ad avanzare questa richiesta a causa della scarsità di ovociti umani presente per la ricerca; fino ad oggi infatti venivano usati quelli “derivati” dallo scarto della fecondazione in vitro, ma scarseggiando anche questi, si possono arrivare a pagare anche 3.000 sterline per un solo uovo. Scoperto l'inghippo hanno immediatamente cercato di aggirarlo. L'Hfea ora dovrà decidere entro tre mesi se accogliere o meno la richiesta, con l'aggravio del fatto che essa è stata presentata con la procedura d'urgenza. Il che vuol dire, fuor di metafora, che se la Hfea non si pronuncerà entro il tempo stabilito, varrà la regola del silenzio-assenso e le due equipe potranno procedere nelle loro sperimentazioni.

La notizia, va da sé, ha già fatto il giro del mondo ed è stata riportata pressoché ovunque - basta fare una ricerca in Internet - anche se in Italia ne ha parlato solo Il Foglio in un editoriale dell'edizione dell'8 novembre (che potete trovare qui), oltre ad un lancio dell'Ansa. Nel frattempo anche il mondo medico si è diviso tra chi non vedrebbe niente di male nella creazione di questi ibridi mezzi uomini e mezzi animali o nel raggiungere la chimera uomo-animale sul modello mitologico del minotauro e chi, come Calum McKellar dello Scottish Council on Human Bioethics, si schiera contro, affermando che “nella storia umana specie umane ed animali sono sempre state separate. In questo tipo di procedura dove mescoli a livello molto profondo ovuli animali e cromosomi umani, è facile che si inizi a minare l'intera distinzione che c'è tra animali ed essere umani”.

La Hfea è dunque chiamata alla scelta, anche se in verità un precedente che porterebbe al rifiuto di questa richiesta ci sarebbe. L'ente stesso è nato nel 1991, in seguito allo Human Fertilisation and Embriology Act del 1990. L'atto contiene quelle che sono le direttive che regolano le pratiche concesse su embrioni e gameti, e al suo interno afferma chiaramente che non sono ammesse pratiche di inserimento di embrioni dentro animali e di mescolamento di gameti umani con quelli di animali.

Chiaro che se la richiesta dovesse essere accolta sarebbe un passo indietro, anziché in avanti, nella sperimentazione ed un ulteriore spostamento dei limiti etici della biologia verso zone sempre più oscure, dove il laboratorio da luogo benevolo e atto alla ricerca al fine di scoperte e soluzioni buone, diventa uno sgabuzzino di esperimenti nei quali l'uomo non conosce dove arriverà. E si avvererà quanto affermato nell' “Isola del Dr Moreau” di H.G. Wells, dove venivano creati uomini-leone guerrieri e uomini-bue operai. Sicuro di volerlo?


1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Ja, certo! Perché no?

6:07 PM  

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