lunedì, novembre 13, 2006

Se l'Ucoii non rifiuta la pena di morte...

L'Ucoii si rifiuta di sottoscrivere la ormai famosa Carta dei Valori perché, come afferma il suo presidente Dachan, “non potete costringere un immigrato che viene da un Paese dove la pena di morte è in vigore a sottoscrivere una regola del genere”. La regola del genere sarebbe il rifiuto della pena di morte, dal momento che in Italia tale pratica è proibita per legge. Ma con ogni evidenza ai membri più oltranzisti della Consulta ciò non importa, perché siccome la pena è prevista nel loro paese di origine, perché mai dovrebbero negare la pratica in Italia? Già, perché mai? Forse perché siamo in Italia, secondo il principio che spesso la risposta più semplice è anche quella che appare a prima vista la più banale. Ed essendo in Italia bisogna attenersi alle leggi italiane – motivo per cui si sta cercando di concludere questa benedetta Carta dei Valori. Ma ancora una volta si è avuta la dimostrazione che per certi personaggi contano di più i valori di partenza – quelli della loro terra d'origine o quelli legati alle leggi della loro religione – rispetto ai valori di arrivo – quelli della terra dove si dovrebbero integrare. E va da sé l'ennesimo rifiuto per ogni forma di integrazione, questa volta in modo ancora più plateale. Cosa bisognerà fare affinché tutti, anche i più oltranzisti, sottoscrivano in toto i vari articoli della Carta dei Valori non è dato a sapersi, anche se di questo passo probabilmente sarà più facile mettere la pena di morte in Italia piuttosto che farla aborrire a certi personaggi. Ripristino magari congiunto all'adozione nelle scuole di testi che presentino i massacri che Israele ha compiuto ai danni dei paesi islamici e che ignorino completamente le minacce di cancellazione dello stato che sempre da quei paesi, quasi quotidianamente, arrivano. Paradossale ma è così.

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