nei pomeriggi di festa...
Nei pomeriggi di festa uno potrebbe fare tantissime cose. Solitamente durante la settimana ce le si immagina, le si mette in ordine, questo sì – questo magari un'altra volta – questo lo faccio sicuramente. Sembrano i propositi di inizio anno: tutte buone azioni da rimandare ai weekend per potersele godere fino in fondo. Ma, proprio come i propositi di inizio anno che già il 3 di gennaio non ci si ricorda più in che cassetto sono stati infilati, le “cose da fare” durante il weekend alle 11 della domenica mattina si sono perse per strada. E allora uno fa un po' le cose in modalità random, quello che viene viene, non importa cosa ci si era prefissati, cosa si era desiderato, di cosa si sentiva il bisogno. Dormire? Scrivere? Shopping compulsivo in centro? Affrontare quel libro che ci è stato regalato troppo tempo fa e che non abbiamo mai avuto il coraggio di aprire? Tutto finisce in un grande calderone dal quale si pesca a caso o del quale gli eventi che nel frattempo sono intercorsi ci fanno dimenticare. Finita la premessa, nel pomeriggio faccio un sonnecchiante zapping con il telecomando; oh, ci sarebbe quella cosa di Sgarbi che dice a Pannella che ha fatto la lista con lui per prendere i soldi da Berlusconi – e, aggiunge, senza vederne lui una sola lira – e che ora, per rubare in modo perfettamente bipartisan, li prende da Prodi e dai comunisti. Roba calda e divertente, con un commento di Vittorio Feltri tra il divertito e il dispiaciuto per essere in collegamento da Milano e non lì in studio per fare anche lui un po' di casino. Ma trattasi di un fuori traccia sull'argomento “pena di morte”, e per di più su una chiacchierata trasmissione del pomeriggio domenicale, roba che – converrete – può essere messa tranquillamente da parte. O, per meglio dire, se di roba chiacchierata vogliamo discutere, ecco che lo zapping mi traghetta sul satellite, ai canali del bouquet Sky dedicati al cinema. Stanno dando il documentario della Guzzanti, quel “Viva Zapatero!” prontamente trasformato da flop cinematografico in prodotto da cassetta – anzi, “blockbuster”, come si dice ora, ché fa più figo. L'ho guardato. Tutto, giuro. E potrei dirvi fuori tempo massimo quanto invece per tempo vi hanno già detto persone molto più autorevoli di me. E però, scusate, non resisto. Qualcosa la devo dire, del tipo che è stato alquanto divertente vedere come l'urlare al regime abbia fatto così tanta pubblicità alla graziosa guzzantina da farle riempire lo spazio adiacente all'auditorium dentro il quale si stava facendo la puntata numero due di quel RAIot che, se era satira, io come minimo ho la capacità letteraria di Dante – e sappiamo tutti che in entrambi i casi si sta mentendo. È stato divertente vedere come non una sana presa per il culo dei politici, bensì dell'informazione senza il contraddittorio – come piace a loro – sia stata così strombazzata, e vittimizzata – e sbugiardata, aggiungiamo noi, ma non ditelo ai protagonisti. Oppure delizioso ridere pensando che qualche imbecille ci avrà pure basato dei discorsi politici, magari con gli amici, o peggio in sezione, o peggio ancora si sarà formato un'idea sul chi votare e chi continuare a ricoprire di merda, perché se lo dicono alla tivù e lo camuffano in satira, e la satira è arte nobile...
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