sabato, marzo 03, 2007

Tu, che stai a destra, dimostri di capire poco e di privilegiare gli interessi al buon governo...”
Anonimo – per voi – cattocomunista che ieri, senza per altro averglielo richiesto, ha voluto omaggiarmi della sua versione.

Stamane Luca Ricolfi su La Stampa e Lanfranco Pace sul Foglio parlano in modo simile di tre diverse sinistre che esistono in Italia: estrema, riformista e una nuova corrente laica, liberdemocratica o qualcosa del genere – insomma, che non si riconosce nel costituendo (o anche no) Partito Democratico. Entrambe le analisi mi convincevano, anche se a mio avvisto nessuna delle tre sinistre – quella estrema morta per mezzo delle sue stesse mani, quella liberaldemocratica inesistente se non sulla carta e quella riformista intenta a capire cosa vuole essere – riuscirà, entro un lasso di tempo ragionevole, a fare qualcosa per l'Italia. La sinistra, in questo momento, è senza forze. Impegnata a far bella figura (massimalista) per tenere il posto o a mantenere incollata la coalizione (riformista) su 12 punti sterili e insignificanti e, soprattutto, tanto distanti da quello che era il programma iniziale. Per chi, come questo blog, ha sempre sostenuto che prima o poi sarebbe successo quello che tutti sappiamo, non è una piccola rivincita. Più che altro è un modo per affermare che stare a destra non vuol dire non capirci un cazzo. Capito, coglione di un coglione?


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