martedì, aprile 03, 2007

Emi e Apple: accordo per togliere i Drm

[Capita di non aver tempo per preparare contenuti dedicati alle varie piattaforme, e di questi tempi con il blog capita sempre più spesso. Cosa fare per girare intorno al problema? Inventarsi un esercizio: prendere un articolo scritto per altri scopi, e adattarlo al blog. Ecco qui un pezzo tipicamente da blog, come su OrdineGenerale non se ne vedono quasi mai: pieno zeppo di links che spiegano tutto a tutti, ‘na palla tremenda – ma per una volta si può fare, no? La notizia, poi, sebbene già di qualche ora, è una di quelle importanti, grosse, che fanno parlare.]

Milano. La Emi ha annunciato, dopo varie smentite, che venderà buona parte del suo catalogo discografico sia attraverso l'iTunes Music Store della Apple, sia attraverso altri canali di distribuzione digitale, sprovvisto dei Drm (Digital Rights Management), particolari software inclusi nei file digitali che dovrebbero prevenire la pirateria. La notizia dell'accordo tra la Emi e la Apple è stata anticipata lo scorso 2 aprile dal Wall Strett Journal ed è destinata ad aprire una nuova era per quanto riguarda la vendita digitale di musica. Fino ad oggi infatti chi acquistava i brani in formato digitale non poteva riprodurli su più di un numero ben definito di computer e non poteva ri-distribuirli - a meno di ulteriori conversioni - poiché solamente l'acquirente originale del brano possedeva tramite il proprio account la chiave per "sbloccare" la canzone.

Ora invece il catalogo della Emi, che comprende colossi della musica presente e passata quali Rolling Stones, Coldplay e Norah Jones, potrà essere acquistato e riprodotto liberamente con qualsiasi software e con qualsiasi riproduttore musicale di file digitali. Le canzoni prive di "lucchetti" presenti sull'iTunes Music Store avranno una qualità doppia rispetto alle altre, con un bitrate (memoria fisica occupata per ogni secondo della canzone) che passa da 128 a 256 Kbit/s nel formato di compressione AAC (Advanced Audio Code), qualitativamente superiore agli mp3. Anche il prezzo però aumenterà: questi brani costeranno infatti 1,29 euro a fronte dei "tradizionali" 99 cent, ma per chi ha già acquistato la musica protetta è possibile chiedere la conversione al nuovo formato pagando la differenza di 30 centesimi. La vendita di questa musica "libera" partirà da metà maggio, quando oltre la metà del catalogo della Emi sarà presente nel Music Store, mentre secondo Steve Jobs - che nelle sue previsioni conta anche eventuali accordi di questo tipo con altre importanti etichette major - il totale dei brani privi di Drm presenti nel catalogo del negozio virtuale di Apple arriverà a 2,5 milioni, quasi due terzi dell'intero negozio. L’unico “paletto” che ancora sembra rimanere è quello del formato. Se l’AAC è infatti qualitativamente superiore (test alla mano) all’mp3, è altresì poco supportato dai player portatili: oltre ovviamente all’iPod, solamente i prodotti Sony e Microsoft sono compatibili con il formato, così i telefonini-walkman fabbricati da Nokia e Motorola.

La notizia, oltre ad inaugurare una nuova rivoluzione nella vendita di musica in formato digitale, farà tirare un sospiro di sollievo anche alla Apple, più volte messa sotto accusa dalle associazioni dei consumatori, in prevalenza europee, per la posizione di quasi monopolio sul mercato della vendita digitale di musica: acquistando infatti un brano sull'iTunes Music Store non si aveva, fino ad ora, la possibilità di gestirlo con un software diverso da iTunes e di riprodurlo con hardware che non siano i celebri iPod. Il nuovo accordo dovrebbe, almeno per il catalogo di proprietà della Emi, risolvere la questione. In verità è stato lo stesso Steve Jobs, fondatore della Apple, tramite una lettera aperta pubblicata sul sito della sua software house, ad invitare le case discografiche ad eliminare i Drm dalle canzoni del loro catalogo; sosteneva infatti Jobs che era assurdo mettere sistemi antipirateria sulla musica distribuita on-line quando il 90% del fatturato ricavato dalla vendita dei dischi per le case discografiche è costituito dal commercio dei compact disc privi di qualsiasi funzionante sistema antipirateria. "la nuova offerta musicale a più alta qualità, priva dei Drm, completerà la gamma dei download protetti dal Drm già disponibili" - ha comunicato la Emi in una nota. Ancora irrisolto rimane invece il "caso-Beatles". La Emi, che fin dagli anni 60 cura la distribuzione dei brani della band di Liverpool, infatti per sua decisione ha finora vietato la vendita attraverso iTunes dei brani dei fab-four, e per il momento la questione non sembra sbloccarsi. L'amministratore delegato della casa discografica, Eric Nicoli, ha dichiarato che la sua etichetta e la Apple "stanno lavorando" ad un accordo nonostante altre fonti vicini sia alla software house che all'etichetta discografica abbiano annunciato che "non ci sarà alcun accordo riguardo i Beatles".

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