Emi e Apple: accordo per togliere i Drm
[Capita di non aver tempo per preparare contenuti dedicati alle varie piattaforme, e di questi tempi con il blog capita sempre più spesso. Cosa fare per girare intorno al problema? Inventarsi un esercizio: prendere un articolo scritto per altri scopi, e adattarlo al blog. Ecco qui un pezzo tipicamente da blog, come su OrdineGenerale non se ne vedono quasi mai: pieno zeppo di links che spiegano tutto a tutti, ‘na palla tremenda – ma per una volta si può fare, no? La notizia, poi, sebbene già di qualche ora, è una di quelle importanti, grosse, che fanno parlare.]
Milano. La Emi ha annunciato, dopo varie smentite, che venderà buona parte del suo catalogo discografico sia attraverso l'iTunes Music Store della Apple, sia attraverso altri canali di distribuzione digitale, sprovvisto dei Drm (Digital Rights Management), particolari software inclusi nei file digitali che dovrebbero prevenire la pirateria. La notizia dell'accordo tra
Ora invece il catalogo della Emi, che comprende colossi della musica presente e passata quali Rolling Stones, Coldplay e Norah Jones, potrà essere acquistato e riprodotto liberamente con qualsiasi software e con qualsiasi riproduttore musicale di file digitali. Le canzoni prive di "lucchetti" presenti sull'iTunes Music Store avranno una qualità doppia rispetto alle altre, con un bitrate (memoria fisica occupata per ogni secondo della canzone) che passa da
La notizia, oltre ad inaugurare una nuova rivoluzione nella vendita di musica in formato digitale, farà tirare un sospiro di sollievo anche alla Apple, più volte messa sotto accusa dalle associazioni dei consumatori, in prevalenza europee, per la posizione di quasi monopolio sul mercato della vendita digitale di musica: acquistando infatti un brano sull'iTunes Music Store non si aveva, fino ad ora, la possibilità di gestirlo con un software diverso da iTunes e di riprodurlo con hardware che non siano i celebri iPod. Il nuovo accordo dovrebbe, almeno per il catalogo di proprietà della Emi, risolvere la questione. In verità è stato lo stesso Steve Jobs, fondatore della Apple, tramite una lettera aperta pubblicata sul sito della sua software house, ad invitare le case discografiche ad eliminare i Drm dalle canzoni del loro catalogo; sosteneva infatti Jobs che era assurdo mettere sistemi antipirateria sulla musica distribuita on-line quando il 90% del fatturato ricavato dalla vendita dei dischi per le case discografiche è costituito dal commercio dei compact disc privi di qualsiasi funzionante sistema antipirateria. "la nuova offerta musicale a più alta qualità, priva dei Drm, completerà la gamma dei download protetti dal Drm già disponibili" - ha comunicato
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