domenica, maggio 06, 2007

Ma che dibattito è mai questo in cui Ulisse Leopoldo Pietro Ivana ecc. pongono problemi reali che riguardano tutti noi alla mercè [sic!] dei media e dei soliti onnipotenti che fanno e disfano con le loro parole in libertà, che cosa ci dobbiamo aspettere [sic!] ancora se neanche Ordine Generale ci dà un minimo di risposte non fosse altro per cortesia?Ho 24anni e sono solo.

Alberto, un lettore di ordine generale
che segue il dibattito sviluppatosi
prevalentemente
qui e qui.


Sì, su questo blog è in corso un dibattito. Segnalato da tempo e a più riprese, non accenna a fermarsi. Il che fa indiscutibilmente piacere ma, sinceramente, spesso mi domando dove porterà. Capiamoci, i dibattiti sono sempre una bella cosa. Che poi l'inizio l'abbia dato io, con un semplice post, è un valore aggiunto di straordinaria bellezza. Questo dibattito, tra l'altro, era anche alimentato da osservazioni per la maggior parte pertinenti e forse anche ben argomentate – insomma, i coglioncelli che trasformano i blog in portinerie internet a questo giro sono rimasti alla larga o, quelle rarissime volte che si sono fatti vedere, hanno subito avuto modo di notare che i loro ruttini e le loro flatulenze non erano accette come speravano.

Tuttavia, ripeto: dove porterà? Non lo so, e per questo ho smesso di farne parte da tempo, se non solo “per cortesia”, come afferma il gentil lettore. Cortesia, caro Alberto, che nemmeno sottovaluterei: perché è una cortesia nobile, da gran signore, di chi ci ha messo lo spazio, di chi ci ha messo l'idea iniziale e di chi – poi – si legge ancora ogni vostro intervento. Ma per favore, smettetela di tirarmi in ballo: c'è ancora chi mi manda le e-mail e mi chiede di far arrivare il suo messaggio ad uno dei protagonisti – una volta lui, l'altra lei – del dibattito in corso. Come ve lo devo scrivere che io al dibattito ho solo dato il via, senza nemmeno la speranza che qualcuno si prendesse la briga di rispondermi, e di tutta la storia non solo non ne faccio parte, non solo non ne voglio far parte, ma ne sono coinvolto come solo un'altra volta mi è capitato in passato quando, al mio vicino di stanza allo Sheraton, gli si era incarnita l'unghia dell'alluce del piede sinistro – o forse era il destro?

Certo, all'inizio c'è stato il rammarico per la vicenda in questione, c'è stata una qualche blanda forma di dispiacere, difficilmente arriverei a parlare addirittura di “delusione”. Ma al di là di tutto questo – parliamone, e basta – mi sono stancato di dare “anche solo un minimo di risposte” perché tutto ciò che dovevo dire l'ho già detto a suo tempo, e pure io ho i miei anni ma non “sono solo”. Perché alle seghe ho da tempo sostituito la vita – e se volete trovarci particolari riferimenti personali fatelo, ma perdete il vostro tempo perché non ce ne sono ed ogni cosa sarebbe frutto della vostra fin troppo florida immaginazione.

Inoltre, visto che sto prendendo una piega di sincerità disarmante, alle dinamiche da chat che i commenti a quei post stanno prendendo preferisco decisamente uno scambio epistolare: l'indirizzo sta lì in alto a destra e chiunque mi abbia scritto – tranne nei casi citati qualche riga sopra – ha sempre ricevuto una risposta e non solo “per cortesia”.

E poi, scusate se ho troppa considerazione di me stesso, ma io non mi sento “alla mercé” di nessuno. Né dei media, che posso adorare, che mi possono far incazzare (e succede spesso) che possono permettersi di fottermi anche un paio di ore al giorno per le loro questioni; né tantomeno dei “soliti onnipotenti” i quali almeno mi garantirebbero un lauto assegno mensile – qualora dovesse succedere – di essere alla mercé di questi, intendo – cari lettori sarete i primi a cui lo dirò. Scusate se vi deludo.

Il dibattito ora può continuare.

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