giovedì, aprile 02, 2009


Ma che razza di persone sono quelle che si fidano di un comico, un ex comico per la precisione, che si chiude nel suo fortino su internet e dice di disprezzare la televisione, salvo poi andarci e comportarsi come un ladro – arrivo quando voglio io, parlo quanto voglio io e poi scappo subito?

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lunedì, dicembre 01, 2008

chi compra casa e chi s'indigna tardi

1. Beppe Grillo compra casa a Lugano ma «solo per il blog», precisa, perché ha paura che in Italia possano chiuderglielo da un giorno all'altro. D'altronde a lui il pubblico piace imbecille, in modo tale da poterlo ammaestrare come meglio crede. E meno male che di imbecilli – almeno di quel tipo – ce ne sono sempre di meno. A meno che siano ancora in molti a pensare che per un dominio - rimanendo sulla svizzera - .ch si debba andare là. E, nel caso, c'è sempre il .com, o il .org, o il .net.

2. Quelli di Sky sono incazzati perché l'Iva sui loro abbonamenti è stata raddoppiata, passando dal 10% al 20%. E hanno preparato uno spot pieno di indignazione per il Governo e che invita gli abbonati a far sentire la loro voce, si presume di protesta, alla segreteria della Presidenza del Consiglio tramite e-mail. Complimenti alla solerzia. Peccato che non lo siano stati, solerti intendo, nel prendersi cura dell'abbonato e dell'avvisarlo come si deve all'epoca del passaggio da gratuito a pagamento di Sky Magazine.

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venerdì, aprile 25, 2008

se V Day ha da essere...

A chi sfrutta il 25 aprile per farne una terza festa nazionale – dopo che la prima l'hanno già strumentalizzata i rossi e la seconda fila via liscia per la gente comune e di buon senso; a chi blatera di nuova Resistenza, quando c'è ancora da capire bene come andò la vecchia; a chi prende di mira un'intera categoria con argomentazioni che stanno tra il ridicolo e l'infantile; a chi, prendendo di mira la categoria di prima, invita ai suoi spettacoli un rappresentate della categoria, uno che se fossimo un paese serio “sarebbe ministro della Giustizia” e ringraziamo il cielo di non esserlo un paese serio a quel modo; a chi è così viscidamente ridicolo da pensare di essere un capopopolo quando (forse) capopopolo lo è solo per una massa di persone che si sottostima; a chi pensa che la stampa italiana non sia libera, e non si capisce se ci creda veramente quando dice certe stronzate o ama solo esagerare nella demagogia; a chi sfila in piazza a sentirla, la demagogia; a chi, oggi, mentre passeggiavo con la pupa mi ha chiesto di mettere la firma per togliere il finanziamento pubblico all'editoria, e io gli ho detto che è una stronzata e lui mi ha dato del finanziatore dei servi (ma, come, non siamo tutti finanziatori con il finanziamento pubblico? Solo io lo sono dei servi?) – come è che dice Beppe? - a tutti questi: vaffanculo!

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martedì, gennaio 29, 2008

vi pigliereste questo qui come leader?

Beppe Grillo ha annunciato qualche giorno fa di voler entrare in politica con delle liste civiche approvate da lui stesso, mediante bollino-certificazione di qualità modello Chiquita. Una delle prime azioni di questa “discesa” in campo, è quella di organizzare una contro-manifestazione qualora il Cav. portasse a Roma i “milioni di persone” promesse se Napolitano non concede le elezioni subito. La proposta di Beppe Grillo è semplice: fare una “gita su Roma” in cui si va a protestare sotto le sedi dei principali partiti italiani - “un'occasione per vedere dal vivo i ruderi della politica italiana” e fa niente se tra quei ruderi ci sono sia chi proprio da Grillo è stato votato nel 2006 sia il suo compagno di merdende Antonio Di Pietro. La cosa è un'altra. Un politico, perché chi decide di far politica attiva diventa “politico”, deve conoscere la storia della politica italiana. Anche se si tratta di un futuro uomo politico che quella storia dice di odiarla. Beppe Grillo, da questo punto di vista, parte malissimo: confonde l'edera del Partito Repubblicano Italiano con il simbolo del Partito Liberale Italiano

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venerdì, gennaio 25, 2008

Prodi è riuscito a combinarne un'altra prima di andare via

La caduta di Romano Prodi ci ha liberato della sinistra intesa come l'abbiamo conosciuta almeno negli ultimi 15 anni, ovvero un'accozzaglia tenuta insieme stupidamente dall'odio nei confronti di Silvio Berlusconi. Ma chi ha anche portato direttamente ad una farsa, le liste civiche di Beppe Grillo.

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martedì, ottobre 23, 2007

"Il disegno di legge sull'editoria non tocca i blog", parola di Levi. Che ci suggerisce di esagerare con i guanciali (!)

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonché autore del famigerato disegno di legge sulla riforma dell'editoria, dichiara apertamente che “in questa legge non ci si occupa di blog”. Una buona notizia, oltre al mezzo chiarimento di Gentiloni, dopo che nei giorni scorsi in Rete era esplosa la protesta (pur con qualche valida eccezione) contro il disegno di legge in questione – complice, ancora una volta lo devo notare con disappunto, la grancassa mediatica del solito Beppe Grillo, per l'informazione comune paladino dei blogger, anche di quelli che non si definirebbero tali e che con il comico niente vogliono avere a che fare.

Dunque dalle parole di Levi si evince che “il senso della legge per quanto riguarda Internet è quello di estendere ai giornali pubblicati su Internet le regole per i giornali pubblicati sulla carta stampata”, che al Roc si devono iscrivere “solo gli operatori professionali, quelli che svolgono come mestiere quello dell'attività editoriale” e che, in definitiva, “i blog o i siti individuali non sono oggetto della nostra legge”. Levi ha promesso anche che durante il primo incontro con la Commissione proporrà un'aggiunta alla disegno di legge proprio per chiarire meglio i punti toccati in questa sua dichiarazione all'Agr.

Solo una cosa, in conclusione, getta un po' di ombra sulla tranquillità che il sottosegretario avrebbe dovuto infondere in tutti quelli che hanno a che fare con blog o siti individuali. E questo po' di ombra lo troviamo in una delle dichiarazioni più tipiche della politica e del politichese italiani. Dice Levi che quelli che hanno un blog “possono stare non tra due ma tra dieci guanciali”. Ecco, l'iperbole dei guanciali mi è andata di traverso.

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