Il nuovo supporto Sandisk nasce vecchio
Personalmente credo che la cosa sia un bluff destinato a mostrare quanto prima tutte le sue limitazioni. Per prima cosa, non c'è rivoluzione, semmai involuzione. Nel senso che è assurdo tentare nuovamente di vendere musica su un supporto, quando già di dischi se ne vendono pochi, e quei pochi che si vendono mostrano una disaffezione crescente degli utenti “medi” nei confronti del supporto ormai più comune come il compact disc. Cresce, è vero, il mercato del vinile, ma è un discorso radicalmente diverso, è un supporto scelto da appassionati o da giovani che lo acquistano proprio perché “vecchio” e senza relazioni apparenti con la musica contenuta su supporti ottico-digitali. In seconda battuta, è una rivoluzione presunta perché vorrebbe semplicemente cambiare il modo di vendere l'ultima rivoluzione dei supporti audio, ovvero i “non supporti”; pensare di mettere gli stessi file che si scaricano, anche legalmente, su un supporto, e farli pagare quasi quanto un cd, è un suicidio commerciale, anche se ben infiocchettato. Senza considerare che, a scarsità di confezione (certo, ci sarà anche qui una misera copertina...) ci si scarica l'album per molto meno: l'ultimo lavoro di David Byrne e Brian Eno, “Everything That Happens Will Happen Today”, per dire, è venduto direttamente dal sito degli autori, in MP3 a 320 kbps e senza DRM (a parità di condizioni, dunque) per circa 9$ in digitale (con annesso digital booklet) e per circa 12$ nella vesione digitale + cd. Terzo punto, allo stato attuale la stragrande maggioranza dei lettori musicali non è in grado di leggere supporti di tipo flash disk; il che, tra l'altro, è il loro punto di forza: non c'è bisogno di aggeggi intermediari per far funzionare un iPod, basta collegarlo al computer e da lì trasferire – o tenere sincronizzata – la musica. Certo, la Sandisk ha annunciato contestualmente al supporto anche il lettore, promettendolo a prezzi bassi e concorrenziali; anche qui, però, anziché fare un passo avanti se ne fanno un po' indietro: sembra di essere ritornati ai tempi del walkman o del discman, quando si andava in giro con le cassette (o i cd) nello zaino, tutte scomodità azzerate dai lettori mp3. E a proposito di schede, e qui introduciamo un altro problema, cosa ce ne faremo una volta acquistate? Sono riutilizzabili? Sono riscrivibili anche quelle originali? E, ammesso che lo siano, due o tre ad alta capacità basterebbero per i bisogni dell'ascoltatore medio: poche, per garantire la sopravvivenza di un intero mercato. Un esperimento di questo tipo, tra le altre cose, non è nuovo in Italia: si sono già viste nei negozi le chiavette USB pre-caricate di di dischi nuovi, ovviamente i titoli più blasonati (ricordo “Safari” di Jovanotti), e vendute sempre in abbinamento ad altri tipi di gadget come porta telefonini e altri (inutili) ameniccoli. In ultimo, il catalogo di dischi promesso dalla Sandisk sembra parecchio scarso e parecchio rivolto al passato: Abba e Jimi Hendrix, tra i nomi. Abbastanza limitato e limitante: un giovane Hendrix se va bene lo compra e se va male lo pirata, ma in entrambi i casi scaricandolo; un meno giovane o un appassionato andranno alla ricerca della ristampa del cd o dell'edizione in vinile, a seconda del grado di passione. A nessuno verrebbe in mente di comprarsi “Are You Experienced?” su una scheda SD. Dite voi, se ne vale la pena.
Etichette: audio digitale, dischi, musica, supporti
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