giovedì, ottobre 16, 2008

Il nuovo supporto Sandisk nasce vecchio

Volendo essere approssimativi, e rimanere solo negli ultimi 50 anni, all'inizio c'era il vinile. Che fu una rivoluzione. Poi arrivò la musicassetta. Che fu una rivoluzione. Poi il compact disc, che di tutte le rivoluzioni fino ad allora presentate era quella che prometteva di rivoluzionare realmente il mercato. E fu, inutile dirlo, rivoluzione. Poi un buco nero ha inghiottito la voglia di rivoluzionare: ci hanno provato con il DAT e il Minidisc; il primo è rimasto un prodotto riservato agli addetti ai lavori, il secondo ha iniziato a prendere piede troppo tardi, quando ormai i giorni dell'audio compresso digitale - per giunta scaricabile dal web - erano alle porte. Altri tentativi, grotteschi, sono stati fatti da Philips con la DCC (chi se la ricorda?) o, insieme alla Sony, con il Super Audio CD (SACD), che mostrava subito il limite maggiore: stabilito che la quadrifonia non è mai realmente interessata a nessuno, chi era così filologicamente scellerato da voler ascoltare in audio 5.1 “The Dark Side of The Moon” dei Pink Floyd, disco che è stato inciso in stereo e basta? Infatti pochissimi ascoltatori ci sono cascati. Ora è giunto il momento dell'ennesima rivoluzione annunciata, e solo il tempo dirà se sarà tale o finirà nel reparto dei “malriusciti”. La Sandisk ha annunciato la vendita di dischi su un nuovo supporto: una minischeda SD sopra la quale saranno pre-caricati dischi in formato MP3 ad alta qualità (320 kbps di bitrate) e senza i DRM, cioè liberi da qualunque limitazione all'utilizzo, al prezzo di 20$.

Personalmente credo che la cosa sia un bluff destinato a mostrare quanto prima tutte le sue limitazioni. Per prima cosa, non c'è rivoluzione, semmai involuzione. Nel senso che è assurdo tentare nuovamente di vendere musica su un supporto, quando già di dischi se ne vendono pochi, e quei pochi che si vendono mostrano una disaffezione crescente degli utenti “medi” nei confronti del supporto ormai più comune come il compact disc. Cresce, è vero, il mercato del vinile, ma è un discorso radicalmente diverso, è un supporto scelto da appassionati o da giovani che lo acquistano proprio perché “vecchio” e senza relazioni apparenti con la musica contenuta su supporti ottico-digitali. In seconda battuta, è una rivoluzione presunta perché vorrebbe semplicemente cambiare il modo di vendere l'ultima rivoluzione dei supporti audio, ovvero i “non supporti”; pensare di mettere gli stessi file che si scaricano, anche legalmente, su un supporto, e farli pagare quasi quanto un cd, è un suicidio commerciale, anche se ben infiocchettato. Senza considerare che, a scarsità di confezione (certo, ci sarà anche qui una misera copertina...) ci si scarica l'album per molto meno: l'ultimo lavoro di David Byrne e Brian Eno, “Everything That Happens Will Happen Today”, per dire, è venduto direttamente dal sito degli autori, in MP3 a 320 kbps e senza DRM (a parità di condizioni, dunque) per circa 9$ in digitale (con annesso digital booklet) e per circa 12$ nella vesione digitale + cd. Terzo punto, allo stato attuale la stragrande maggioranza dei lettori musicali non è in grado di leggere supporti di tipo flash disk; il che, tra l'altro, è il loro punto di forza: non c'è bisogno di aggeggi intermediari per far funzionare un iPod, basta collegarlo al computer e da lì trasferire – o tenere sincronizzata – la musica. Certo, la Sandisk ha annunciato contestualmente al supporto anche il lettore, promettendolo a prezzi bassi e concorrenziali; anche qui, però, anziché fare un passo avanti se ne fanno un po' indietro: sembra di essere ritornati ai tempi del walkman o del discman, quando si andava in giro con le cassette (o i cd) nello zaino, tutte scomodità azzerate dai lettori mp3. E a proposito di schede, e qui introduciamo un altro problema, cosa ce ne faremo una volta acquistate? Sono riutilizzabili? Sono riscrivibili anche quelle originali? E, ammesso che lo siano, due o tre ad alta capacità basterebbero per i bisogni dell'ascoltatore medio: poche, per garantire la sopravvivenza di un intero mercato. Un esperimento di questo tipo, tra le altre cose, non è nuovo in Italia: si sono già viste nei negozi le chiavette USB pre-caricate di di dischi nuovi, ovviamente i titoli più blasonati (ricordo “Safari” di Jovanotti), e vendute sempre in abbinamento ad altri tipi di gadget come porta telefonini e altri (inutili) ameniccoli. In ultimo, il catalogo di dischi promesso dalla Sandisk sembra parecchio scarso e parecchio rivolto al passato: Abba e Jimi Hendrix, tra i nomi. Abbastanza limitato e limitante: un giovane Hendrix se va bene lo compra e se va male lo pirata, ma in entrambi i casi scaricandolo; un meno giovane o un appassionato andranno alla ricerca della ristampa del cd o dell'edizione in vinile, a seconda del grado di passione. A nessuno verrebbe in mente di comprarsi “Are You Experienced?” su una scheda SD. Dite voi, se ne vale la pena.

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