venerdì, novembre 28, 2008

farla fuori dal buco e non accorgersene.


Carlo Antonelli, direttore di Rolling Stone Italia, scrive nell’editoriale sul nuovo numero [n. 62, p.9] che gli studenti in piazza contro la Gelmini hanno «alzato la testa e detto la loro. Hanno riaperto il loro futuro». Questo per affermare il concetto secondo cui «il conflitto è il cuore della democrazia» e sottintendendo, ovviamente, che la democrazia in questo momento sia un concetto astratto in Italia. Forza studenti, par di capire, e abbasso il ministro Mariastella Gelmini, che nello stesso numero della rivista musicale (!), per mano di Alberto Piccinini, è dipinta [ibidem, p. 44] come un essere che «non esiste», un’entità astratta «fantoccio della destra grigia e benpensante che ha in odio da sempre gli scioperi, i capelloni, il rock&roll, gli autostoppisti, le canne, Jimi Hendrix, la sinistra, l’aborto, le comuni, sognando California, sedersi per terra, cogliere i fiori di campo, cercare quadrifogli, fare le impennate con la bicicletta, spaccare un vetro con le pallonate, frequentare i centri sociali […] tutte cose che hanno reso appena sopportabile questa vita». Quando vi sarete ripresi dalla sbornia causata da questa lunga serie di luoghi comuni – e grazie al cielo che alla destra è ancora concessa una sana scopata – continuate a leggere.
Gli studenti della Sapienza di Roma, che dell’«onda» studentesca è stata il motore primo, hanno votato per eleggere i loro rappresentanti nel senato accademico e nel cda. Ai primi tre posti ci sono tre liste di destra. La prima lista di sinistra si è collocata al quarto posto, dando luogo ad una debacle clamorosa e disturbando l'inagurazione dell'Anno Accademico.

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