venerdì, novembre 21, 2008

questioni di identità


A Debora, che la incuriosisco.

La vanità, quella, l’è una brutta bestia. Ma per avere un blog è neccessario esserlo almeno un po’ - vanitosi intendo. E così mi si lascia commentato qua e là che “incuriosisco”, che “è stato fondato un gruppo su Facebook di gente che ti vorrebbe conoscere” e, insomma, fa più che piacere – sono vanitoso, ormai lo saprete: quindi se e solo se non mi conoscete di persona, iscrivetevi a quel gruppo. Solo che – suvvia! – incuriosire mi pare un po’ troppo, svelare addirittura la mia identità è fuori da ogni logica. Perché questo blog è nato per la vanità ma fino ad un certo punto: nella vita credo di avere altre valvole di sfogo attraverso le quali lasciarla uscire. Ecco, vedete il blog come una di queste valvole, e tutto vi sarà più chiaro. Vi è poi che non solamente per la vanità ho creato ormai anni or sono Ordine Generale: mi serve anche come esercizio continuo, come tela dove gettare sopra – ‘schizzare’ sarebbe stato ancora più opportuno – tutto quello che mi passa per la testa, e come mi passa per la testa, con tutte le arzigogolature e le mancanze di forma e di sintassi – e di contenuto, spessissimo – e dove poter abusare di tutte le parentetiche e saltare i punti e fare un sacco di consecutive, di subordinate, di anacoluti; mancare totalmente le gerarchie grammatico-lessicali (!), ché almeno non c’è nessuno che vuole che io faccia così o colà, e io sono l’arbitro – e il direttore, e il caporedattore, e l’editor e spesso anche il lettore – unico di questi schizzi. Credo abbiate compreso, no? Un esercizio unico, ma anche un punto di riflessione senza eguali: buttare già un pensiero serve per assimilarlo meglio, talvolta anche per articolarlo meglio nella propria testa prima ancora che su foglio – o su pixel, quel diamine che volete voi! Un po’ bloc notes e un po’ saggio – “paper”, come dicono quelli che pubblicano sulle riviste accademiche. Un po’ anche angolo del ribrezzo, perché a volte rileggo roba indietro con i mesi che mi fa accapponare la pelle – tra qualche mese queste righe saranno tra quelle, già sono pronto a scommetterci: la vena oggi è scarsa, e scarseggiava anche ieri e l’altro giorno pure, domani chissà. E anche “una sega”, come mi pare scrisse una volta una grandissima giornalista tanto amata da queste parti – salvo poi farsi anch’essa un blog, come tutti i bravi ragazzi; e va bene così.
In tutto questo voi, carissimi lettori che nemmeno ci speravo mi seguiste così assiduamente e – perché no? – anche affettuosamente, giocate un ruolo fondamentale. Perché a volte mi accorgo, tra uno schizzo e una riflessione, che non posso prescindere da voi, che in qualche modo il messaggio è rivolto a qualcuno. Poi, però, mi rilasso: un modo in più per riflettere meglio, o per esagerare con le licenze. Questa, forse, l’unica identità che vi posso svelare, e sapete bene come un ‘vedo e non vedo’ sia molto più intrigante di becera pornografia. L’identità vera, lasciatela a me. Lo scopo di Ordine Generale non è questo, e a dire il vero se cercate bene negli archivi troverete qualche corrispondenza tra quanto pubblicato qui e quanto su larga scala (e solo perché non conoscete il cestino della carta straccia, a me tanto famigliare) che vi potrebbe facilmente ricondurre alla mia persona. Del tutto trascurabile, del resto, rispetto a quanto scrivo qui. C’è poi il piacere, la vanità (ancora!) che gioca un ruolo tutto suo; ma quel ruolo – purtroppo o per fortuna, stabilite voi ché io non ci riesco – non è sufficiente. Non basta.

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