martedì, dicembre 23, 2008

chi di manetta ferisce...

Il tritacarne mediatico, le intercettazioni pubblicate sui quotidiani, la merda gettata nei ventilatori sono uno schifo a prescindere da chi riguardano o chi vogliono colpire. Perciò leggere delle telefonate tra Cristiano Di Pietro e tale Mario Mautone – uomo di fiducia di Alfredo Romeo – non è bello. Ma è curioso, perché c'è sempre coinvolto il figlio di Tonino Di Pietro, l'uomo dalle mani pulite, il grande moralizzatore, il manettaro per eccellenza. E il figlio di Di Pietro parla proprio come quelli che il padre vorrebbe sbattere in carcere: “ho un amico ingegnere che sta a Bologna, volevo sapere se su a Bologna c'era la possibilità di trovargli qualcosa” - roba poco morale, che continua con richieste di sistemazione per persone a lui care e segnalate anche al di fuori degli ambiti di competenza istituzionale. Noi queste cose le apprendiamo adesso, Di Pietro senior però sapeva già tutto a metà del 2007 tanto da aver chiesto in un assemblea politica del partito di cui è padre-padrone di tenere fuori il figlio da certe cose perché “troppo esposto”. E come ha saputo Di Pietro di questa eccessiva esposizione della sua progenie? “Dalle agenzie di stampa”. Peccato solo che a metà del 2007 nessuna agenzia di stampa – se si fa una ricerca in archivio – ha mai riportato niente circa le cose che stanno emergendo ora. Da dove gli è arrivata dunque la soffiata?

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