giovedì, settembre 01, 2005
I compagni, c’è da riconoscerlo, hanno una forte immaginazione. Sono maestri in quell’arte di cercare e poi trovare qualcosa anche dove non esiste. Fanno esercizi per apportare migliorie a questa loro pratica. Immaginano una cosa e ci sbattono la testa per ore fino a quando, stupore!, trovano un argomento, un termine, un’espressione, sopra i quali polemizzare. Lo hanno fatto di nuovo, e con una “cosa” – meglio specificabile come canzone – fin troppo facile: in molti giuravamo che prima o poi sarebbe successo, e il fatto che all’alba di settembre ancora nessuno si fosse svegliato non mi aveva fatto cambiare opinione nemmeno un po’. Puntuale come un orologio svizzero – forse è troppo ‘capitalista’ un orologio svizzero? – la questione è approdata in rete. Camisa negra, la canzone che non-potete-non-aver-sentito perché non-c’è-radio-in-italia-che-non-la-passa-almeno-sette-volte-al-giorno è stata condannata dai no-global di Indymedia – ma anche da qualche politico della sinistra radicale – come apologia di fascismo. Certo, le parole del ritornello sono eloquenti: tiengo la camisa negra – spero sia giusta l’ortografia, troppo snob per lo spagnolo… – tre parole più un articolo che bastano e avanzano come capi d’accusa. Camicia nera? Fascio! Canzone del fascio! E giù a fantasticare: pare infatti – ma sembra essere una leggenda metropolitana più che altro – che in discoteca qualche nostalgico del ventennio – dalle capacità intellettuali talmente ampie che, immaginiamo, ci fosse ancora Lui sarebbero considerati alla stregua delle bestie – si lasci andare nel saluto romano alle prime note della canzone. Insomma, strumentalizzazione da una parte e dall’altra? Non proprio. Quelli del saluto romano sono coglioncelli. Quelli del sito no global probabilmente anche, con la differenza che si prendono sul serio. Tanto che anche l’interprete della canzone, Juanes, domenica dalla Ventura per smentire le voci ha parlato di “canzone d’amore, in particolare un amore in lutto. Ecco spiegato il motivo della camicia nera”. Solo quelli di Indymedia non l’avevano capito. O forse sì, ma la loro vis polemica non li ha fermati: volevano rimediare un’altra bella figuraccia.
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