venerdì, settembre 02, 2005

Uragano Katrina - le parole di chi odia l'America sono una tragedia nella tragedia

Ciò che sta accadendo negli Stati Uniti in questi giorni è una delle catastrofi più grosse dell’intera umanità. Come lo tsunami e forse ancora di più. Perché mentre il terremoto marino di capodanno ha colpito una zona, sì turistica, ma povera, Katrina – il terribile uragano – ha colpito gli Stati Uniti, sebbene in una regione non tra le più potenti, ma anzi soprannominata “The big easy” proprio in onore della sua tranquillità. Se all’alba dell’accanimento dell’uragano sul territorio sembrava che in qualche modo l’intensità sarebbe stata meno violenta del previsto, i giorni successivi hanno messo a nudo tutte le difficoltà che una calamità naturale di quel tipo comporta: New Orleans è vuota, più del 90% della sua popolazione è stata evacuata nei giorni precedenti all’arrivo dell’uragano oppure è stata rinchiusa negli stadi, roccaforti che in parte – nonostante qualche pericolo e spavento – hanno retto il terribile urto dell’uragano ma che in pochi giorni non hanno invece retto la folla, in soprannumero, e i suoi bisogni. Gli elicotteri hanno iniziato a fare il loro dovere ma un altro pericolo, questa volta di natura umana, è arrivato a rovinare i soccorsi: gli sciacalli. Con la città sottosopra e allagata, con il personale di servizio intento a fornire soccorsi, le bande criminali hanno trovato davanti a loro tutte le porte aperte. Negozi, case, banche. Azioni di furto collettivo. E da qui è scatenata la guerriglia. I soccorsi sono rallentati per far fronte a questa nuova minaccia. Soldati reduci dall’Iraq sono scesi in campo con M-16 spianati. Si lavora su due fronti: salvare le persone mettendole al riparo e scacciare le bande criminali. I morti? Per quelli non c’è tempo: si lasciano galleggiare dove sono. Meglio occuparsi dei vivi, questo è il ragionamento di chi ora in America è impegnato nel dopo-catastrofe. E sarà anche un ragionamento cinico, ma purtroppo è l’unica strada percorribile: arriverà il momento del recupero dei cadaveri, per ora meglio spendere risorse per salvare una persona viva anziché identificarne una morta. E puntuali, anziché i soccorsi, gli aiuti – economici ed umanitari – le parole di cordoglio per una tragedia che sarebbe potuta accadere a chiunque (o forse il fatto che New Orleans è una zona soggetta agli uragani funge in qualche modo da scusante?) sono fioccate le critiche. Dure, pesanti, strumentalizzate. L’uragano Katrina è per molti diventato un modo, un veicolo, per criticare l’America e le sue scelte, il suo stile di vita, la sua politica. Un modo per tirare fuori vecchie storielle come il Protocollo di Kyoto, che Bush non ha mai voluto sottoscrivere. Un modo per colpire l’amministrazione americana, colpirla proprio quando ha bisogno di aiuto, quando l’intero paese è stato messo in ginocchio dalla natura. E basta con le falsità sui pochi mezzi di soccorso e sulla scarsità di soldi che Bush ha impiegato nell’operazione. L’America è orgogliosissima è ci sta mettendo l’anima per far fronte a questa emergenza, e affermare che non ci sono più soldi per gli aiuti perché sono stati tutti spesi nelle missioni militari è una baggianata e, soprattutto, schiaffo. Agli essere umani che su un tetto stanno cercando di farsi notare dagli elicotteri dei soccorsi. Chi dice – non apertamente, ma tra le righe lo si legge benissimo – che, in fondo, gli sta bene a Bush, almeno capisce cosa sono la miseria e il panico, è un gran codardo. Che spara prediche – paroloni a caso dettati dall’odio - dal suo pulpito antiamericano. E odia gli esseri umani, perché sono uomini prima che americani. Bush compreso.

Immagine: Corriere.it

4 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Cioè fammi capire:

la tragedia dello Tsunami in fondo non è così grave perchè ha colpito zone povere (e quindi gente povera, già "abituata" alla miseria) mentre la tragedia di Katrina è veramente tragedia perchè ha colpito zone ricche??

2:05 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ma ti prego, gli Stati Uniti hanno dimostrato la totale incapacità a far fronte alle emergenze: l'unica soluzione che sanno adottare è uccidere. L'osservazione di un blogger è giusta: cosa c'è da sciacallare se la città di New Orleans è sprofondata sotto 6 metri di acqua. E' mai venuto in mente che la gente ha fame e non trova cibo? perché non distribuiscono generi di conforto? Ricordo quando ero bambina e ci fu il "nevone" veniva distribuiti i viveri con il lancio dagli elicotteri...e parlo degli anni '70 in un'Italia medievale.

2:14 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

@ zar: non cerchiamo di capire quello che si vuole. Se una catastrofe avviene in un posto pieno di gente, pieno di strutture, piano di case, palazzi e aziende, che tutte insieme vengono distrutte, per forza di cose la strage sarà maggiore. Per questo Katrina è più pericoloso dello tsunami. Che c'entra la gente più ricca o quella più povera? Ne hai parlato tu, non io!

@ tisbe: Antiamericanismo sempre e comunque, eh?

7:31 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Katrina Uragano d'amore!

9:39 PM  

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page