Che bello ieri lo sciopero per i tagli al Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) previsti dalla Finanziaria 2006. Senza entrare nel merito della nobiltà del motivo di questi tagli – comunque: il Fus non si dovrebbe toccare, ma allo stesso tempo gli enti lirici non possono andare in rosso anche con i miliardoni dello stato – cioè nostri -, e certi filmacci (come, a titolo puramente esemplificativo della categoria, questo e mi perdoni il regista, che tanto amo) sarebbe meglio non produrli; la smetto qui – era davvero stupendo vedere un regista sulla bocca di tutti – e sul qualcos’altro di molti – come Roberto Benigni intrattenere gli scioperanti e gli artisti vari accorsi alla manifestazione. Peccato solo per una cosa: almeno a Milano un sacco di cinema rimanevano aperti – e non fate i maligni, perché il multisala Odeon, di proprietà della famiglia Berlusconi, ha invece abbassato le saracinesche, cari i miei compagni – onde evitare di dover rinunciare al mega incasso dovuto dalla prima de La Tigre e la Neve, appunto ultimo film di Benigni. Come giudicare? Con la solita ipocrisia, verrebbe da dire. Ma siccome Benigni è pur sempre Benigni e l’uscita di un suo film è in qualche modo – non per me, sicuramente per molti – un evento, l’ipocrisia la sostituiamo con una più bonaria caduta di stile. Insomma, capaci tutti di scioperare e di appoggiare la chiusura delle sale cinematografiche – oltre che di teatri, sale da musica e culturaglia varia – ma poi non dire nulla sul fatto che il proprio film è trasmesso in tantissime sale cinematografiche che sono rimaste comunque aperte. Decisamente più decoroso sarebbe stato infatti impedire che il proprio film fosse trasmesso e rimandare di fatto la prima. Ma i soldi sono soldi, e quelli di una prima di Benigni sono anche tanti. Ed evidentemente il nostro predica benissimo – con quella sua parlata toscana capacissima ad intrattenere gli intervenuti – ma razzola altrettanto malissimo. Non ho sottomano i dati dei cinema di ieri sera, ma sai che bello se ad un finto sciopero del regista si fosse aggiunto un vero sciopero del pubblico nelle sale, in particolar modo in quelle che davano La Tigre e la Neve? Allora sì che si ride, altro che toccare gli zebedei a Pippo Baudo.
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