Come cento anni fa
Palermo, 22 dic. (Adnkronos/Ign) - Quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati per l'omicidio del piccolo Francesco Ferreri, il tredicenne di Barrafranca (Enna) ucciso venerdì scorso a sprangate e poi buttato in un dirupo. Si tratta di due fratelli minorenni e dei loro due 'padrini' di cresima. Gli investigatori, pur confermando la notizia, parlano però di un ''atto dovuto''. Per potere eseguire alcuni tipi di analisi, è necessaria l'iscrizione nel registro degli indagati, ad esempio, quando si devono effettuare dei cosiddetti ''atti irripetibili'' come l'analisi su un capo di abbigliamento attraverso l'esame del dna. I due minorenni proprio ieri sono stati allontanati dal paese, su richiesta della stessa Procura minorile di Caltanissetta. Tra poco, intanto, si svolgeranno i funerali del piccolo Francesco. Le esequie avranno luogo nella chiesa madre di Barrafranca. In un silenzio commosso, centinaia di bambini hanno accompagnato la bara bianca del tredicenne dalla casa dei genitori alla chiesa. (via Adnkronos).
Ora, come anche il presidente della Regione Sicilia ha dichiarato, non è giusto fare di tutta l’erba un fascio. Affermazione perfetta, sublime ed indiscutibile. Di discutibile semmai ci sarebbe altro. Per esempio il fatto che in Sicilia i padrini di cresima – con tutto il rispetto per il Sacramento in sé. – abbiano ancora tanto potere sui loro cresimati. Strano, eh? Dico, non è il padre, o lo zio, o il nonno, che interviene ad aiutare il nipote a compiere un atto di delinquenza – sempre che l’indagine lo confermi. No, il padrino di cresima. Colui al quale spetterebbe l'educazione del giovine . Onore. Come cent'anni fa.
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