Ma quante Democrazia Cristiane e quanti Partiti Socialisti ci sono, scusate?
Ai tempi di Tangentopoli due furono i partiti che implosero maggiormente, data anche la loro enorme grandezza: la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista Italiano. Nel tempo sono seguiti vari tentativi di ricostituzione, nessuno però con enorme successo. Sta di fatto che in vista delle elezioni politiche del 2006, il povero elettore che volesse provare a votare uno di questi due capisaldi, si troverebbe decisamente spiazzato. Non perché, come invece sarebbe facile ipotizzare, non vi siano più tracce di scudocrociato o di garofani tra i simboli dei partiti politici. Al contrario, ce ne sono troppi. Molti provano a ricostituire i due grandi partiti, ma spesso si tratta solamente di “liste civetta”, ingannevoli nel nome, che durano solamente l'arco di una “trombata elettorale” e che sono costrette ad allearsi con l'uno o con l'altro polo (e, paradossalmente, tuttora esiste la Dc di destra, quella di sinistra, il Psi di destra e quello di sinistra, giusto per confondere le idee) per cercare – invano – di non essere tagliate fuori dalla gioco politico nazionale. Facciamo un breve elenco, che di questi tempi ci divertono un sacco? Allora, di partiti che nel nome o nel simbolo hanno un richiamo esplicito alla fu Democrazia Cristiana, troviamo, in ordine di grandezza e di prestigio: l'Udc di Casini (scudo crociato e tanto di 'libertas' nel simbolo), la Democrazia Cristiana Per le Autonomie di Gianfranco Rotondi (il nome del partito dice tutto, sono alleati con il Nuovo PSI di Gianni de Michelis, ma avremo tempo di tornarci) e il Patto Cristiano Esteso (questo forse un po' “forzato”, non si hanno ulteriori notizie a riguardo). Questi tre partiti stanno con il centrodestra, e se per i primi due è facile ipotizzare un consenso molto più largo di quanto richiede la soglia di sbarramento (2% per i partiti all'interno delle coalizioni), per il terzo è altrettanto facile prevedere una batosta. Nel centrosinistra invece troviamo: i Democratici Cristiani Uniti (fondati dall'On. Mongiello, uno che è stato nel Cdu di Buttiglione, nell'Udc di Casini e – figuriamoci – pure nell'Udeur di Mastella) e il Partito della Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizzi, al quale va indubbiamente la palma di miglior tentativo, per lo meno nella sfacciatezza del nome, di ridare vita allo scudo crociato – che, va da sé, nel simbolo è negato. Passiamo ai partiti che si dichiarano discendenti del vecchio PSI: abbiamo già parlato del Nuovo PSI di Gianni de Michelis, alleato con la Democrazia Cristiana di Gianfranco Rotondi; a questo partito, che si schiera con la Casa delle Libertà, va il riconoscimento indubbio di miglior erede del Partito Socialista craxiano. Nel polo opposto c'è lo SDI di Enrico Boselli, uno dei due punti cardine della Rosa del Pugno, insieme ai Radicali. E qui per il vecchio elettore socialista c'è un dubbio enorme da risolvere: cosa votare? I socialisti che stanno con l'acqua santa (Nuovo PSI) o quelli che invece stanno con il diavolo, inteso come quegli anticlericali dei radicali (SDI)? Sempre nel centrosinistra si posizionano “I Socialisti” di Bobo Craxi, figlio di, fratello di e in fuga da Gianni de Michelis. Torre di babele politica oppure segno che le distinzioni destra-sinistra nell'Italia del 2006 non contano più nulla. O, addirittura, contrappasso fatale che impone ai due partiti che più di tutti ne hanno combinate in passato di non combinarne più nel futuro?
2 Commenti:
bel post, ti faccio notare che lo stesso ragionamento si puo' trasporre al Partito Comunista Italiano... Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Democratici di Sinistra... solo che loro stanno (coerentemente) solo da una parte ragion per cui non si capisce perché sono divisi, soprattutto quando ci si riferisce a RC e CI... :)
Sottoscrivo in pieno;)
un saluto
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