ancora interessante?
Ho come un'impressione – il che vuol dire che potrei sbagliarmi – ma l'Indipendente ultimamente mi sembra nettamente migliorato. Con questo giornale ho una storia stranissima: adoro la prima parte, il primo Indipendente, quello dell'editore Zanussi, del fallimento del grande giornale neutrale per i professionisti di Ricardo Franco Levi, quello della fantastica gestione Feltri, quello del decadimento Pia Luisa Bianco prima e Gianfranco Funari dopo – ma decadimento in termini di vendite. Poi non mi interessa più il periodo del giornale quasi leghista, del grande quotidiano del nord e bla bla bla. Immaginatevi nel 2004, quando il giornale è ritornato nelle edicole, roba da starci male. Giordano Bruno Guerri, una direzione tanto fantastica quanto disordinata – se può esistere un'accezione positiva per questo termine. Poi il baratro, ancora una volta il decadimento, quasi che quella testata pur con varie gestioni editoriali fosse in qualche modo predestinata al fallimento: le copie che scendono – Feltri a parte sono mai salite? - e la qualità che precipita. Il direttore dopo Gbg, quello messo lì per appendere i manifesti elettorali delle Regionali, non mi piaceva. Gli scrivevo, certo, e lui mi pubblicava anche. Poi ho detto una cosa di troppo, ho turbato la sua linea un pochetto filo-Udc e ho troncato lì, mai scritta una riga di più. È successo che anche quel direttore – del quale non mi ricordo il nome – mollò il colpo. Disse che il suo impegno nel Cda di un'azienda al 98% dello Stato non gli permetteva di seguire correttamente il giornale. Poco male, arrivando così fino ai giorni nostri. Con la poltrona del signor direttore vacante – un piano di rilancio è attualmente nelle mani di Antonio Galdo che dovrebbe prendere le redini del giornale il prossimo settembre – e la baracca che va avanti grazie al fantastico lavoro di Francesco Insardà, caporedattore responsabile, che ne garantisce la sopravvivenza nelle grandi edicole e on-line. E veniamo al nocciolo centrale di questo post, allungatosi contrariamente ad ogni aspettativa. L'Indipendente è tornato ad essere interessante. Molti spunti, molte punzecchiature, molti contributi – ieri, per dire, in prima pagina l'editoriale di apertura era di Massimo Bordin – e attenzioni per la scena politica attuale. Sono fiducioso, con di mezzo quella testata lo sono sempre. Questione affettiva, che speriamo non venga – ulteriormente? - delusa.
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