mercoledì, settembre 06, 2006

Quanto si dovrà continuare così?

Se il presidente degli Stati Uniti George W. Bush afferma che l'Iran non si potrà dotare dell'atomica e che gli Usa e la comunità internazionale faranno di tutto per impedirlo, e per tutta risposta il tiranno Ahmadinejad dice che continuerà la sperimentazione perché Bush “è nulla di fronte alla volontà di Allah”, capite che il dialogo non è strutturato sullo stesso piano. L'Iran, come è noto, sta cercando di dotarsi di centrali nucleari, “per uso civile” si giustificano loro, mentre il mondo intero pensa – non a torto – che con ogni probabilità sotto ci sia il desiderio di dotarsi di armi atomiche, anche solo come monito per gli altri stati. La comunità internazionale, ovvero un insieme degli interessi più disparati, è praticamente ferma ad osservare l'evolversi della situazione, limitandosi allo spauracchio di qualche sanzione (e, precisando, “leggera”, nel caso Ahmadinejad si irritasse troppo) e da parte sua l'Iran non permette nemmeno le necessarie verifiche sugli impianti, per dimostrare che questi siano appunto ad uso civile. Il botta e risposta con Bush non fa altro che confermare una semplicissima cosa: è un dialogo tra sordi, dove alla pragmatica dell'Occidente rivolta a risolvere il problema, in tutti i modi possibili, sono contrapposte risposte arroganti (come la proposta di un dibattito televisivo) ed evasive, addirittura arrivando ad ammettere una presunta ipotesi di “superiorità religiosa” nonché un preciso disegno divino. Quanto tutto ciò dovrà andare avanti, dalla comunità internazionale ancora non lo fanno sapere.


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