domenica, gennaio 21, 2007

la politica estera del centrosinistra e la serietà

Proprio nel Colonnino di ieri ci complimentavamo per le parole spese dal Cav. circa la volontà di Forza Italia di votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan indipendentemente dai problemi del governicchio, anteponendo così al calcolo politico l'interesse nazionale. Concludendo l'editoriale notavamo come per Prodi il problema almeno in questo caso non è rappresentato dall'opposizione, bensì dai suoi stessi alleati, e nel sottolinearlo non avevamo alcun dubbio circa un'eventuale smentita. Che, puntualmente, non solo non è arrivata, bensì è arrivata la conferma di quanto affermato da parte di Diliberto del Pdci. Il quale sul finale di una manifestazione del suo partito ha lanciato un messaggio chiarissimo a Prodi ma anche a tutta l'Italia: “chiediamo un segno di discontinuità sull'Afghanistan rispetto alla vicenda di Vicenza”. Tradotto in parole povere, il leader dei Comunisti Italiani afferma quanto si va a ripetere da tempo, ovvero che la sinistra estrema irresponsabilmente usa il ricatto Afghanistan come vendetta per il sì alla base americana di Vicenza. In questo caso, con la fiducia e il consenso di un'ampia parte dell'opposizione, il problema non sembra porsi e la missione italiana in Afghanistan, che sarebbe da pazzi lasciare proprio ora e in questo scenario, è al sicuro. Ma nel futuro cosa succederà? Ci dica Prodi quale sarà la linea di politica estera, perché si ha la seria impressione di credere che il Presidente del Consiglio, “ancora sotto choc per quando Rifondazione Comunista l'ha fatto cadere”, come affermato dal Cav., voglia assecondare la sinistra radicale e comunista pur di non correre il rischio di perdere lo scranno. Ma davanti all'ipotesi di non equidistanza Israelo – Palestinese (già per altro marcatamente manifestata), davanti a scene come l'interferire nelle scelte politiche Usa, vedi il “consigliare” il famigerato rapporto Baker o dare dell'azione unilaterale in Somalia, come se si fosse preferito lasciare invece gli uomini di Al Qaeda al potere; davanti ad un pacifismo finto, amico del terrorismo e per di più ricattatorio ci prende lo sconforto e viene da chiedersi dove sta la benedetta serietà che Prodi aveva promesso, abbondante, una volta salito al governo. Dove, di grazia?


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