nostalgia
Nostalgia nel ricordare quando alla mattina spesso e volentieri era una tavola del De Humani Corporis Fabrica di Vesalio ad aprire la rubrica Anticentro. Nostalgia nell'andare alle letterine in quarta pagina, e trovarci sempre un francobollo di quelli autentici, da collezionisti. Tre o quattro righine fisse, pungenti, intelligenti, colte ed oneste – al di là della personale opinione circa gli argomenti, di volta in volta, trattati. Nostalgia nel ricordare l'odore di quella carta, adesso che quando prendo in mano ancora quelle pagine, già si sente l'acidulo, sebbene il tempo trascorso non sia nemmeno degno di essere accompagnato all'aggettivo 'molto'. Nostalgia di quell'azzurro della grafica, di quella testata, di quell'esergo messo lì sotto. Anche dell'oramai celebre “nessun cazzo è duro come la vita” di John Giorno, che neanche ti sembrava vero trovarlo su una testata, per di più in Italia. Nostalgia della battaglia contro la legge sul fumo nei colali pubblici. Nostalgia di quell'anticlericalismo a volte troppo aggressivo, ma sempre ben argomentato. Nostalgia della paginata di firme contro la Costituzione Europea. Nostalgia del Signor Direttore, uno di quei personaggi che in Italia ne trovi proprio pochi – uno? Due? Tre? Nostalgia, punto.
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