sabato, gennaio 13, 2007

la vittoria dei paletti etici

In America il Congresso approva il finanziamento alla ricerca sulle staminali embrionali, ma l'esigua maggioranza che ha portato all'approvazione della legge non potrà sottrarsi al promesso veto che Bush imporrà. In Inghilterra, dopo che alcuni scellerati hanno chiesto alla Hfea l'autorizzazione a sviluppare una “chimera” uomo-animale per uso terapeutico e quando l'autorità stessa deve ancora pronunciarsi a riguardo, si sta per avviare un dibattito e, in risultato a ciò, 500 (fanta)scienziati hanno firmato un appello da presentare a Tony Blair dopo che il suo governo ha deciso di non finanziare gli studi in questo senso, pur essendo Blair non del tutto contrario. Nel frattempo è giunta la notizia, meno in sordina di quanto ci si aspettava per la verità, che uno scienziato di Padova, Paolo de Coppi, e un suo collega statunitense, Anthony Atala, hanno scoperto la capacità di moltiplicarsi e di rigenerare tessuti delle staminali prelevate dal liquido amniotico; questa può essere vista come la vittoria del porsi dei limiti, dei paletti, etici agli studi e alle ricerche, con il risultato che – se gli esperimenti sugli uomini daranno i risultati previsti – non sarà necessario fabbricare in laboratorio embrioni che fungano poi da “ruote di scorta”. Ecco, pensiamo alla combinazione delle decisioni americane e dei legittimi dubbi inglesi e combiniamoli con la scoperta di cui sopra pubblicata su Nature Biotechnology: tutto ciò si sarebbe potuto ottenere senza fissare dei paletti etici alla ricerca? Possibile che un giorno due scienziati si sarebbero accaniti nello studio delle cellule staminali contenute nel liquido amniotico se fosse passata la convinzione secondo la quale è necessario produrre embrioni dai quali estrarre staminali embrionali? La risposta, ovvia ma doveroso ribadirla, è chiaramente un 'no' secco. Ecco che, forse, tutto torna fino ad ottenere una perfetta convivenza di etica nella scienza, ciascuna fondamentale e che sorregge l'altra.


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