Politicamente parlando, quello indossato da Fini è un perfetto cappio al collo
Ho come l’impressione, viste quelle che sono le novità, che se Fini non la smette di fare i capricci, Berlusconi lo rispedisce da dove l'ha preso. Ovvero lo delegittima dopo averlo legittimato quel giorno in cui disse che lo avrebbe tranquillamente votato come sindaco di Roma. E mi dispiace dirlo, perché le mie simpatie per Gianfranco Fini non sono mai state un mistero, ma il popolo italiano, davanti ad una vera forza della natura quale è il Cav., ci mette pochissimo a dimenticarsi di un pur valido leader che però non riesce a capitalizzare quelli che sono i consensi personali – e non del suo partito – che riceve. Mettersi in un angolino a pestare i piedi come sta facendo Fini – e con lui Casini, che però potrebbe avere un futuro dall’altra parte – non ha proprio senso, è un suicidio politico bello e buono. Detto ciò, ovviamente anche il Cav. ora dovrà riuscire a costruire un programma valido e alternativo a quella cazzimma di governo che il centrosinistra ha messo in piedi, ma è un altro paio di maniche. Così come è un altro paio di maniche il fatto che Berlusconi, e quindi Forza Italia, prima o poi sarà costretto a sedersi al tavolo del dialogo; ma è fuori da ogni dubbio che ancora una volta il pallino della politica lo abbia in mano lui. Possono così pensare di fare riforme – più o meno importanti, più o meno incisive – senza di lui, ma è un pensiero cieco, una balla colossale. Senza Berlusconi, ovvero senza il rappresentante del partito che in Italia ha preso più consensi nelle ultime elezioni e che rispetto a queste è cresciuto ancora di svariati punti percentuali, non si va da nessuna parte. È bene che Fini se lo ricordi.
Etichette: Alleanza Nazionale, Casa delle Libertà, centrodestra, Forza Italia, Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Silvio Berlusconi
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