Voteremo comunque Cav., ma che si dia una sveglia!
Qui non si hanno mai avuto dubbi. Votare Cav è l'unica scelta possibile alle prossime elezioni politiche, e non solo perché si è sempre stati moderatamente berlusconiani – o berlusconianamente moderati, la differenza c'è ed è sottile. Ma anche perché Veltroni e il suo (e di Romano Prodi) Partito Democratico ce la stanno mettendo tutta a costruire un accrocchio in cartongesso che dia l'impressione di essere qualcosa di nuovo, di moderato, con un programma simile a quello berlusconiano degli ultimi 10-15 anni, ma che dietro nasconde sempre la stessa puzza di oligarchia cattocomunista, di vecchia politica infiocchettata per la festa.
Detto questo, non si può però non vedere il cambiamento della scena politica per quello che è, ovvero un fatto positivo l'essere passati da un bipolarmismo imperfetto ad un bipartitismo – se imperfetto anche questo, ancora non si può sapere, anche se per il momento sembrerebbe tenere. Una mezza rivoluzione, in positivo. Allora Cav. anche questa volta, nella sua trasformazione in Popolo della Libertà. Solamente mi piacerebbe votare Cav. un po' più convintamente rispetto a quello che è l'umore degli ultimi giorni. Perché l'impressione è quella di una troppo forte convinzione di avere la vittoria già in tasca, che si traduce nei fatti in una campagna elettorale smorta e spenta, se non proprio inesistente; in un aver “mollato il colpo” che ha del preoccupante. Anche a livello programmatico, il senso di vaghezza è padrone, e in questo il centrodestra non si può permettere di comportarsi come Veltroni, che del vago e del pressapoco è maestro, ma che in quanto a “presa” sull'elettorato, in quanto a vendere il fumo accecante della (finta) modernità non è secondo a nessuno, e in molti potrebbero cedere alle sue futili tentazioni. Concretamente: dove è finito il Cav. combattivo (con Fini e Bossi) capace di strabiliare il suo “pubblico”, e allo stesso tempo di conquistare nuove fette di elettori, che abbiamo visto fino alla scorsa campagna elettorale, con annessa rimonta incredibile che ha portato al pareggio politico? Dove è finito il Cav. leonino, che sembra crederci sempre e non mollare mai? Quello che si vede in questi giorni in televisione, quello che si legge sui giornali, è quasi irriconoscibile, perso come è sulle candidature di Angela del Grande Fratello o di Aida Yespica, verso cui la speranza sta in una loro rinuncia perché il capo sembrerebbe troppo convinto di metterle sul serio in lista. Concretamente: se il centrosinistra manda in televisione, nel corso di Unomattina, il suo numero due Dario Franceschini, per quale motivo il Cav. di tutta risposta manda la coordinatrice lombarda di Forza Italia Mariastella Gelmini? Con tutto il rispetto per quest'ultima, donna politica in gamba e promettente, lo scontro è tra diversi “pesi”. Queste debolezze non le vorremmo più vedere, certe vaghezze non le vorremmo più sentire. Al contrario, vogliamo forza, voglia di crederci e di far vedere che il Popolo delle Libertà non ha la vittoria in tasca ma che la partita è ancora tutta da giocare. In quel caso, così come ora, voteremmo ancora Cav., ma vuoi mettere la voglia?
Etichette: centrodestra, centrosinistra, Partito Democratico, politica, Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi
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