giovedì, agosto 21, 2008

Comitato Olimpico Infantile

Se si parla di qualcuno, è sempre bene che questo venga presentato al lettore. Ebbene, qui si vorrebbe parlare del Cio, il Comitato Olimpico Internazionale, ovvero quell'organo che dal 1984 si preoccupa di – cito da Wikipedia - «far rinascere i giochi olimpici dell'Antica Grecia». Questa la biografia, poi gli elementi di cronaca, ultimo e più importante questo: per Pechino 2008 il Cio aveva inizialmente pensato di escludere gli atleti iracheni perché non gli piaceva il modo con cui il governo di Baghdad – governo democraticamente eletto – aveva sciolto il comitato olimpico iracheno, dando in carico le questioni relative ai giochi al ministero delle politiche giovanili e delle attività sportive. Lo stesso Cio, per dire, ad Atene 2004 aveva ammesso – seppur in extremis – gli atleti iracheni alla competizione, seppur fosse accertato da tempo che un certo Udai Hussein – che di Saddam era figlio – da presidente del comitato olimpico iracheno era solito servirsi di metodi di tortura per, diciamo così, «motivare» i suoi atleti . Allora andava bene prendere gli atleti e non dire una parola sulle vergognose pratiche a cui erano stati sottoposti, oggi con un governo democratico che affida la gestione dei giochi a un suo ministero, no. La questione, visto poi lo sgomento generale per una decisione scellerata, si è risolta con un compromesso: squadra irachena presente, ma dimezzata per numero (e quindi penalizzata in alcune discipline: il maratoneta Mahmoud Kamil Ahmed è dovuto rimanere a casa, dove intanto terroristi sunniti hanno ucciso 27 membri della sua famiglia). Questo è il Cio, e per tacere della scelta di Pechino per questa edizione. E dopo le presentazioni, l'ultima novità: avete presente Usain Bolt, quel simpatico ventiduenne giamaicano che in una manciata di giorni ha preso due medaglie d'oro e ha frantumato due record mondiali, sui 100 e sui 200 metri? Quel ragazzone che corre con le scarpe slacciate, che dice di mangiare pollo fritto prima delle gare e che tanto è fiero della sua terra d'origine? Impossibile non averlo presente, è l'indubbia star di queste olimpiadi sottotono e stamane stava sulle prime pagine di tutti i giornali di tutti i paesi del mondo. Bene, il Cio, per bocca del presidente di turno, il belga Jacuqes Rogge, ha detto che i suoi festeggiamenti, a fine gara, sono irrispettosi nei confronti degli avversari, i quali ne uscirebbero derisi e che il giovane atleta da questo punto di vista «deve ancora maturare». Esatto, gli stessi avversari che ieri, dopo che Bolt ha stabilito il nuovo record mondiale dei 200 metri, gli correvano incontro e con un impeto di sincera sportività lo abbracciavano e gli tributavano i giusti omaggi, sarebbero stati «sfottuti» da un paio di passi di danza abbozzati a fine corsa dal campione. Anche un simpatico, e solitamente pacato, giornalista come Giacomo Crosa, oggi nel collegamento da Pechino durante l'edizione delle 13 del Tg5 era infuriato per tanto sputo gratuito sulla vittoria di un giovane campione. Questo è il Cio, e a corredo del post non troverete i tradizionali cinque cerchi, perché il comitato detiene i diritti su di essi e non vorremmo che venisse a recriminare il dovuto. Poi ci si chiede perché le olimpiadi stanno facendo schifo un po' a tutti.

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