ossessioni falliche, leghismi, Premi-streghismi e lobbismi - le solite brevi estive
1. Le ossessioni per le cose solitamente si manifestano con la repulsione dell'oggetto dell'ossessione. Non sono uno psicologo, ma dovrebbe funzionare così. Più noi siamo ossessionati da una cosa – morbosamente ossessionati – e più cerchiamo di darle una connotazione negativa le innumerevoli volte che la citiamo. Cerchiamo, insomma, di farla apparire una cosa brutta, che non si deve fare, ai limiti del disgustoso, per sviare l'attenzione degli altri e goderci tutta la nostra magnifica ossessione. Non è per caso lo stesso comportamento della signora apparentemente bacchettona, sempre pronta a condannare pubblicamente qualunque sussulto di lussuria al grido di «no, io no!» e poi la si scopre reginetta del pompino con ingoio? La signorina Guzzanti, ha recentemente riportato sul suo blog una barzelletta, non si sa se frutto della sua fantasia o di qualcuno che si è imparato la predica a memoria un mesetto fa in Piazza Navona, che fa così: «Berlusconi dice: “la crisi si fa sentire, è il momento di stringere i denti. Mara tu no.”». È evidente, nel continuo far riferimento a fatti presunti, presuntissimi e dunque inesistenti fino a prova contraria, fatti che vedono coinvolti – nella calunnia più che nella realtà – il Presidente del Consiglio e un Ministro del suo governo – è evidente, dicevo, la presenza di un'ossessione tipica, e non parrebbe nei confronti del ministro Carfagna.
2. Pranzavo, oggi, e conversavo con i commensali. Si parlava di Lega Nord e di Umberto Bossi quando ho sbottato e fatto solenne promessa, davanti a tutti, che al prossimo giro se il centrodestra, in qualunque sua incarnazione che non sia ovviamente peggiore di questa, si dovesse ripresentare alleato – in qualunque modo, sia pure un semplice apparentamento – con i leghisti, diserterò le urne.
3. Ho letto, come molti suppongo, La solitudine dei numeri primi (Mondadori, 2008, 303 pagg., 18.00 €), il libro di Paolo Giordano che ha vinto l'ultima edizione del Premio Strega. E, terminata la lettura, mi sono chiesto il perché di questo cedimento: sono solito tenermi snobisticamente lontano da best seller, dai primi posti delle classifiche – di qualunque classifica – e soprattutto dai premi letterari. Diciamo che ho subìto l'effetto «Io uccido», dall'omonimo romanzo di debutto di Giorgio Faletti che tutti hanno letto – qualcuno magari di nascosto – seppur in pochi lo ammettano. Ma ritorniamo al romanzo di Giordano. Che sia un debutto potrebbe essere la scusante migliore per il giudizio finale che mi sono fatto, anche se poi bisognerebbe giustificare in qualche modo la vittoria allo Strega (giustificare in qualche modo nel senso di: non vale tirare fuori la solita storia della «lottizzazione» del premio da parte delle principali case editrici italiane, per cui quest'anno sarebbe toccato a Mondadori e l'anno scorso però pure, e il teorema si sgonfia). Quindi: è un debutto, con tutti i suoi limiti intrinseci. E presenta una storia di per sé banale, senza grandi sviluppi e senza nemmeno andare a sviscerare meglio le caratteristiche tòpiche dei personaggi principali, sulla carta molto più interessanti di quello che poi risultano essere al proseguire della lettura. La cosa che proprio non quadra quando si arriva alla conclusione è però un'altra perché, mannaggia!, la lettura scorre che è un piacere e durante sembra ci si affezioni ai personaggi e, quasi, anche all'autore – e questo, in definitiva, credo che sia l'unico segreto dell'enorme successo editorial-commerciale. La cosa che non quadra, e che rende il romanzo incredibilmente incompiuto seppur in cima ai pensieri dell'ufficio marketing della Mondadori che l'ha pompato fino ai risultati che tutti conosciamo, è un'altra: come si fa a far sposare una ragazza e un medico, e sviluppare la storia in modo tale che il medico scopre che la moglie è anoressica dopo quattro anni di matrimonio, e dopo un primo appuntamento durante il quale quel pomodoro ripieno... – stop! perché là fuori ci può essere qualcuno che non ha ancora letto il libro. E poi, il ragazzo Giordano risulta essere eccessivamente pedante con le sue nozioni di fisica sparacchiate qua e là durante tutta la storia. Che fosse uno studiato l'avevamo capito anche noi comuni mortali e senza un dottorato di fisica all'Università di Torino.
4. Questa storia di thepiratebay.org che sta uscendo in questi giorni è agghiacciante. Agghiacciante non perché si voglia a tutti i costi difendere chi scarica musica gratuitamente – per usare un eufemismo – dalla Rete, ma perché in Italia esiste una procura che impiega tempo e mezzi per contrastare questo e non altri, e ben più gravi, reati. A pensar male, si potrebbe dire che dietro c'è una qualche lobby che «spinge» per un certo tipo di indagini. Ripeto: agghiacciante; ne potete leggere in modo dettagliato sul blog lastknight.com. Per quello che conta, il mio pensiero sul download illegale rimane sempre lo stesso.
Etichette: download, Lega Nord, libri, musica, Paolo Giordano, Sabina Guzzanti
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