dai commenti.
Ripubblico qui sotto, in corpo piccolo, a complemento di quest’altra cosa.
Secondo me il tuo parere a riguardo è distorto da una cosa. Dici di apprezzare l'Opinione, di volerlo comprare anche ad un prezzo doppio e tieni in considerazione il fatto che, senza il finanziamento pubblico, potrebbe chiudere ma allo stesso tempo sei quasi sicuro che l'imprenditore dietro la casa editrice ci saprebbe fare e la cessazione delle pubblicazioni sarebbe scongiurata. Questo perchè, comunque, vende 10.000 copie. Ed è proprio qui che ti sbagli: vendesse 10 mila copie, sarebbe molto probabilmente come dici te. Il fatto è che ne vende meno, molto meno: nelle parole del suo direttore, durante la famigerata inchiesta di Report circa il finanziamento pubblico all'editoria, l'Opinione vende «all'incirca 3-4 mila copie» (dovresti trovare ancora il video su YouTube per la conferma). Dubito che in un paio di anni il giornale sia riuscito a più che raddoppiare le sue vendite, anzi: notoriamente, i dati di vendita dati dai direttori - e soprattutto in un contesto come quello dell'inchiesta, dove se dichiaravi di vendere pochissimo eri automaticamente sotto accusa - sono da prendere un po' con le pinze, in quanto gonfiatucci (anche Ferrara dice di vendere 12 mila copie del Foglio, ma dubito). Inoltre, per venduto spesso si intende anche il regalato (almeno, per la ripartizione del finanziamento pubblico il regalato conta come il venduto): ti assicuro che in una piccola radio locale hanno ricevuto - gratis - per tre mesi interi ogni giorno due (2!) copie dell'Opinione, ovviamente senza né averne fatta richiesta né conoscere la testata - me li leggevo io, intanto, visto che nelle edicole è dura trovarlo.
Detto questo, nessuno vorrebbe mai togliere una voce importante come quella di Diaconale - come dici giustamente tu, una delle poche liberali - dal panorama editoriale italiano, ma senza il finanziamento pubblico questo accadrebbe quasi certamente.
Ancora convinto che sia così tanto sbagliato? A questo punto preferisco finanziare anche il manifesto se serve ad avere tante altre testate.
Sacrosanto il discorso sulle testate fantasma, ma è un'altra cosa: lì si parla di fogli che non vengono distribuiti, che sono ad uso interno (ricordo una specie di quotidiano di una sigla sindacale) o che vengono addirittura distribuiti come volantini giusto per fare numero. Mi pare, tra l'altro, di aver letto che una delle prime proposte di Bonaiuti - delega all'editoria - sia stata quella di fissare insindacabili criteri quali la stampa e la distribuzione per poter accedere ai finanziamenti pubblici.
Saluti.
Etichette: editoria, finanziamenti pubblici
4 Commenti:
Interesante il tuo blog, merita di essere letto spesso e con attenzione. Buona giornata da Tiziano
Caro Tiziano,
ne sono onorato.
Saluti
Ferrara ne vende 20.000, Il Riformista 17.000
Si può sapere, di grazia, la fonte?
Saluti
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