la pagina 69 di Marshall McLuhan - 1
Quando non mi va di rientrare a casa dal Vecchio Strabico, lui a dormire non mi tiene (ha una donna, dice Comare Volpe, potrebbe venire in qualsiasi momento), vado a dormire su una panca delle Tuileries, ormai il gelo più crudo è passato, non sarà per un po’ di pioggia. Dormo veramente dappertutto. Secondo lui, gran lavoratore indefesso, «Beato te, che sei qui a Parigi a goderti la vita!». Nelle notti fredde di neve, quando dalle sue carità non ho rimediato neppure il biglietto del métro per rientrare a Fontainebleau – ho vergogna a chiedergli dieci franchi di nuovo – mi prende la paura che, steso sulla panca, si stenda accanto a me, venefica, la nevralgia del trigemino che mi è venuta via militare. Insomma: loro non volevano esonerarmi, io mi sono incaponito sull’articolo 28, quello dei matti e degli omosessuali, poi mi è saltata addosso ‘sta nevralgia, all’ospedale militare di Arezzo non credevano a niente. Ma io che ci facevo via militare senza una lira? un anno a scroccare nazionali semplici ai pastori sardi? un anno a massaggiarmi la faccia e con la congiuntivite e a guaire dal male e loro a dirmi non me la racconti giusta?
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