sabato, ottobre 08, 2005

Anche Fausto Bertinotti vuole il proporzionale, ma non lo può dire.

La riforma elettorale proposta dal Governo che prevede un ritorno al sistema proporzionale, dando così addio ad un impastato maggioritario tutto italiano, è un gran cavallo di Troia. Il centrodestra l’ha proposto – inizialmente per far contenta l’Udc, poi si è realizzato un’ottima cosa – ed ha trovato i giusti accordi. E da sinistra, immediatamente e seguendo un copione nauseante dal tanto che è stato abusato, è stato spernacchiato. “Ci opporremo con ogni mezzo affinché la legge non passerà. Non si possono truccare le carte alla vigilia delle elezioni [cosa nella quale, tra l’altro, i cattocomunisti di casa nostra sono maestri, ndOG]”. Queste le prime reazioni, all’apparenza compatte, arrivate dai vari leader dell’Unione. Ma solo all’apparenza. Infatti poi la coalizione guidata da Romano Prodi ha mostrato tutti i suoi limiti, il più grande la divisione interna, in barba al nome che li rappresenta. Primo tra tutti Prodi: che farà se passa la riforma? Nulla, nel vero senso della parola. Come si può infatti avere un candidato premier senza che partito alcuno lo rappresenti in un sistema proporzionale lo sanno solo loro. In secondo luogo sono venuti fuori i primi malcontenti. Il succo è questo: molti leader del centrosinistra hanno sì inizialmente condannato la proposta, più per partito preso – contro il Cav., come sempre – che per altro. Poi, riflettendoci a mente fredde devono anche aver capito che la cosa è fattibile. Prima all’interno della Margherita qualcuno ha iniziato a venir fuori e ha dichiarare che sì, insomma, il proporzionale non è da buttare – ah, nostalgia canaglia. Poi gli apprezzamenti si sono fatti sempre più vasti, col solo Prodi ormai a difendere il maggioritario – in fin dei conti con una certa coerenza: l’ha sempre sostenuto, anche perché senza non vince. Poi sotto sotto anche lui fa parte della schiera dei nostalgici del proporzionale, ma guai se può dirlo. Ultimo arrivato in questo “outing” è il leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti. Che il 7 settembre, copio e incollo dall’agenzia Ansa, ha detto che se l’Unione dovesse vincere le elezioni con il sistema proporzionale, non si ritornerà comunque al maggioritario. Si, avete proprio capito bene. Dopo aver dichiarato che il suo sogno rimane comunque quello di sconfiggere Berlusconi con “il sistema che lo ha fatto vincere”, facendo quindi gran riferimento al maggioritario, ha però detto che a lui il proporzionale va benone, e non è assolutamente disposto a cambiarlo nel caso dovesse passare. Come dire: “io lo voglio, ma non posso dirlo perché a proporlo è stato il centrodestra, quindi che figura ci farei davanti ai compagni?” La figura che comunque sta facendo anche adesso. Se non davanti ai compagni, davanti a noi irrinunciabili “fascisti, sporchi e capitalisti”. Decidete voi quale, ché questo è un blog fine.

4 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Sarebbe stupido se Bertinotti non fosse per il proporzionale, a RifCom conviene, tuttavia questo non è il momento di proporlo, e non perché lo ha proposto la dx ma perché bisogna badare a garantire la governabilità in questo paese allo sfascio dopo uno scellerato governo di dx.

11:32 AM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Preso atto del fatto che le nostre opinioni sono profondamente diverse - il che non è un problema :) - cosa c'entra una riforma elettorale a fine legislatura con la presunta ingovernabilità di un paese allo sfascio, come ami definirlo? Forse non governabilità per un Roamno Prodi qualunque che nemmeno ha un partito col quale candidarsi - oltre che non avere la benché minima idea di programma

Saluti

11:44 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

E' risaputo che il sistema proporzionale rende i governi fragili perché la maggioranza si fa in base ad alleanze successive al voto. Alleanze che si arenano al primo ostacolo. La prima repubblica docet. Per quanto riguarda Prodi, non esito a dire che non mi piace, ma, parafrasando Montanelli, mi turerò il naso! Per quanto riguarda i programmi, devo essere onesta ed ammetere che nella mia esperienza vitale, le cose riuscite meglio sono state quelle non nate da un progetto, ma improvvisate ed intuite al momento. Ciao

12:23 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Beh, scusa se mi permetto, ma paragonare la tua esperienza vitale al futuro politico italiano mi sembra un tantino eccessivo. Prodi poi ha già abbondantemente improvvisato: prima di tutto una coalizione, poi i suoi discorsi, atti a tenere a bada una volta l'uno (la margherita) e una volta l'altro (Rifondazione).

Montanelli in naso se l'era sì turato, ma dall'altra parte non ci stava mica Prodi :D, che puzza di vecchio anche a naso tappato!

Saluti

2:21 PM  

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