la cronaca che sobbalza
“Nessuno ha il coraggio di dirlo in modo aperto, ma per la sinistra chi "sta con Berlusconi" è un fascista, in qualunque modo e per qualsiasi motivo ci stia”. Giordano Bruno Guerri intervistato dal Foglio, 02.03.2002.
Quelli di Repubblica scrivono delle grandissime cronache. Per non parlare poi delle parole che finiscono nella versione on-line del sito, roba che solitamente si legge tra l'assonnato e l'annoiato, in attesa del caffé, proprio quando non si ha tempo di palpeggiare la carta o – al limite e non preferibile – di guardare un telegiornale ma che sul quotidiano della sinistra perbene riescono, talvolta, a far sobbalzare sulla sedia. Detto questo, mi stavo appunto leggendo la cronaca del conferimento a Romano Prodi di una laurea honoris causa all'Università Cattolica di Milano; o meglio: della laurea in Scienze Politiche c'era scritto davvero poco, e non poteva che essere altrimenti. Di più a riguardo della manifestazione che ha accolto il Presidente del Consiglio: come ieri a Torino è stato contestato Padoa Schioppa – ma erano i giovani dei centri sociali -, così oggi Prodi è stato fischiato dagli studenti di Alleanza Nazionale. Il racconto fa sobbalzare perché non sottolinea lo sconcerto dell'ambiente studentesco verso il governo manifestato da questo incredibile “due su due” che si è avuto tra ieri e oggi – al contrario Chiti, dice la cronaca, afferma che sono “fatti incivili e indegni di un costume politico”, come se fosse un problema di costume e non di altro. Manco per il cazzo, verrebbe da dire, se solo fossimo gente stupida ed ignorante. La cronaca sottolinea come quei rozzi di berlusconiani, e sebbene fossero aennini, abbiano gridato a Prodi slogan come “buffone, buffone” o “chi non salta comunista è”. Slogan i quali, sia detto chiaramente, non rappresentano menzogna – voglio dire: chi, con un pizzico di dignità, non pensa ciò del Premier? Chi non pensa che sia il simbolo non del comunismo al potere ma dei comunisti che dettano l'agenda di Governo? Insomma, classici slogan da manifestazione politica, magari solo un po' più veri di altri, vista la politica degli ultimi mesi. Sicuramente più veri di quelli – e la cronaca di Repubblica li sottolinea, unica tra i siti dei quotidiani – lanciati dai “contromanifestanti”, che da onesti sostenitori – evidentemente... - di Romano Prodi hanno pensato bene di fare un bel cartellone con la faccia di Toto Riina e il fumetto: “Io voto Berlusconi”. O ancora: “Fascisti tornate a studiare”. Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, capite come tutto torni e perché la cronaca di Repubblica sia così grandiosa da far sobbalzare sulla sedia una persona anziché annoiarla: perché tra le righe condanna gli slogan veri e applaude a quelli falsi. Quelli pieni dei soliti luoghi comuni, ovvero il mafioso berlusconiano e, delizia delle sinistre tutte, il berlusconiano come fascista. Rimane solo da capire una cosa: se il principe Caracciolo, neo azionista di Libération, dice che Repubblica ha nuovamente sorpassato, per vendite non sapremo ma c'è da scommeterci per qualità, il Corriere della Sera, perché quest'ultimo nelle cronache dell'evento non fa cenno di slogan contro i “fascisti”? Perché nemmeno l'Unità lo dice – voglio dire, l'Unità? Perché Repubblica continua a riportare slogan falsi e, evidentemente, di tanto poco peso nella notizia da non essere riportati né dal primo giornale italiano – con buona pace del Principe – né dall'organo onestamente più fazioso d'Italia? Perché quell'ometto di cui sopra si riporta un virgolettato, celebrato anche ieri durante una manifestazione di grande nostalgia, ha incredibilmente ragione? Perché Repubblica ce l'ha dimostrato? - e quest'ultima, se vi aggrada, non è necessariamente una domanda.
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