lunedì, giugno 04, 2007

il caos della ministra Turco

Il Ministro della Salute Livia Turco [Il Riformista, 04.06.2007 pag.1] scrive un articolo in cui dopo aver illustrato la bontà di alcune sue ultime esternazioni, inizia a porsi la domanda più maliziosa di tutte per sostenere le sue tesi. Chiede infatti la ministra se c'è “qualcuno che pensa che alcool e tabacco non siano anch'essi droghe?”. Non che non lo sono, cara ministra, perché bevo e fumo per piacere. Bacco e tabacco all'origine sono un piacere, non una droga, e possono diventarlo solo nel momento in cui si esagera. Discorso diverso per le droghe, che anche nelle quantità minime perseguono come unico obbiettivo quello dello sballo. Ha mai visto la cara ministra che i ragazzini si fumano una canna per sentire il profumo della cannabis che il marocchino all'angolo gli venduto, tagliata con chissà quali porcherie? Anche il vocabolario, d'altronde, corre in nostro aiuto. Dal De Mauro – Paravia: “Drò|ga: denominazione generica di sostanze naturali o di sintesi con proprietà stupefacenti, eccitanti o allucinogene” [e solo in uso figurato, ad intendere la droga come dipendenza, viene fatto l'esempio delle sigarette]. Dunque, “stupefacenti, eccitanti, allucinogene”, tutti aggettivi che indicano lo sballo. Qualcuno dica alla ministra della salute che scrivere che “20 morti su cento ogni hanno sono causate dal fumo e che per l'abuso di alcool ogni anno vengono ricoverate in ospedale 114 mila persone” non vuol dire inserire le sigarette e il vino nel calderone delle droghe. Perché c'è sì l'elemento nocivo, ma manca del tutto quello dello sballo.

Poi riparte la crociata contro la Fini-Giovanardi, rea secondo la ministra di portare il giudizio su una persona ad essere formulato “non in base ad un'attenta valutazione ma un milligrammo in più o in meno di droga trovato in suo possesso”. E allora non si capisce perché a decidere se un ragazzo è un criminale o meno dovrebbero essere i kit anti-droga da distribuire ai genitori, i quali forse sono un po' invasivi però “potrebbero portare a sbloccare tanti silenzi in famiglia”.

Chiusura di articolo formidabile: “il proibizionismo non funziona”. E infatti la ministra vuole vietare la vendita di sigarette ai minori di anni 18.

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