domenica, dicembre 14, 2008

la pagina 69 di Marshall McLuhan - 2

L’abito da viaggio era leggero, in cotone estivo color fiordaliso, perfettamente intonato alle scarpe e scovato solo dopo ore e ore di andirivieni tra Regent Street e Marble Arch, per fortuna in compagnia di sua madre. Cingendo Florence in un abbraccio, Edward non intendeva baciarla, ma per prima cosa premere il proprio corpo contro il suo, e poi infilarle una mano dietro la nuca cercando la cerniera del vestito. L’altra mano, gliela teneva ben salda all’altezza delle reni, e intanto le bisbigliava qualcosa all’orecchio, ma così vicino e aun tale volume di voce che a Florence arrivò soltanto una zaffata rombante di aria calda e umida. Per aprire la cerniera, counque, una mano non bastava, almeno per i primi centimetri. Occorreva tenere dritto lo scollo dell’abito tirando giù, altrimenti la stoffa leggera si raggrinziva e rischiava di strapparsi. Florence sarebbe anche intervenuta per aiutarlo, ma aveva le braccia imprigionate, e poi non le sembrava giusto mostrargli come si faceva. Lungi da lei, soprattutto, l’intenzione di offenderlo. Con un brusco sospiro, Edward diede uno strattone più deciso cercando di forzare la cerniera, ma ormai quella si era bloccata in un punto dal quale non si muoveva più né avanti né indietro. Per il momento, Florence era in trappola nel suo vestito.

Ian McEwan, Chesil Beach, Torino, Einaudi, 2007, p. 69

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