sabato, luglio 16, 2005
Discutevo ieri sera. Discutevo non è esattamente la parola più appropriata. Parlavo con un amico di politica, in modo peraltro frivolo. Una birra a testa – e non vi dico che birra – una sigaretta per me e le parole. Lui elettore di centro-sinistra. Nulla a che vedere con la sinistra radicale, non mi voleva dire comunque per chi andava il suo voto (e siccome non è né ex né post né tanto meno neo democristiano, per esclusione è rimasta la banda di Fassino). Bene, ad un certo punto gli ho chiesto, a bruciapelo: “Senti un po’, tu che sei un elettore di centrosinistra, mi spieghi come fai a votare uno come Prodi?”. La risposta me l’aspettavo scontata: “Perché è il meno peggio” sarebbe stata la più nobile, “Perché credo nel programma” la più paracula, “Perché mi sta in culo Berlusconi” la più ignorante – questo ultimo caso non si addice al personaggio che è il mio interlocutore di ieri sera. Lui invece che ti va a fare? Allarga le braccia, come ad essere sconsolato, ma allo stesso tempo fa un ghigno malefico, che tradotto in parole avrebbe potuto essere un “sa il fatto suo”. Mi ha spiazzato ma ha indovinato la risposta: tutti gli elettori del centrosinistra secondo me risponderebbero in questo modo a quella domanda. Gli ho offerto un’altra birra. Il motivo? È riuscito ad evitare l’imbarazzo di rispondermi a parole.
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