Da queste parti ultimamente si parla poco di politica, e la cosa sinceramente inizia un po’ a dispiacermi. Ma, altrettanto sinceramente, manco di verve in quel senso. Sento la mancanza di una vena ottima per la politica politicante, per il commentare le cose che andrebbero commentate, per incensare le cose da incensare e – soprattutto – per parlar male delle cose che vanno male – poche, per la verità, a patto che la si smetta con i cazzo di ripensamenti dell’ultimo minuto, dietrofront che iniziano ad avere dell’imbarazzante e che fanno fare la figura dei quaquaraqua – ecco, mi fermo, perché sento che forse la verve riaffiora, e non ne ho voglia.
Una cosa, però, una cosa che mi sta qui sulla punta della lingua, la devo dire. Subito dopo il trionfo berlusconiano dello scorso aprile, da sinistra era tutto un «con la Lega non governerete mai» - «sarete sotto il ricatto perenne di Bossi e dei suoi» - e via dicendo. Più volte, a ragione, si è cercato di far rinsavire il compagno frastornato, ricordandogli che con la Lega noi avevamo già governato per cinque anni (record per la storia repubblicana) e che sì, l’alleato è quello che è, ma non c’è bisogno di augurarci la fine fatta dall’Unione prodiana, perché Rifondazione e Comunisti Italiani erano tra di voi, non con noi. Ora, in questa mia mancanza di voglia di parlare di politica, desidero però soffermarmi sull’espressione appena usata a proposito del Carroccio, ovvero «l’alleato è quello che è». Riaffiorano i ricordi di quando due mesi fa dicevo che, forse, non era il caso di votare Lega semplicemente per protesta, perché quelli poi avrebbero fatto il pieno di voti e si sarebbero pure convinti di aver aumentato – e non sensibilmente – l’elettorato, quando questo è composto da gente dall’incazzatura – e dalla crocetta sulla scheda – troppo facile, ma dall’affinità con Bossi minore a zero (conosco, per dire, una signora acidella e molto ma molto antiberlusconiana, che ha sempre votato la sinistra diccì, tendenza «cattolici adulti» e che minacciava, suppongo poi abbia anche mantenuto, il voto per i lumbard). In pochi mi hanno ascoltato, e la Lega ha avuto il suo trionfo, è risorta dalle macerie. E sta anche iniziando a rompere un po’ troppo i coglioni, cari i miei amici di centrodestra che l’avete stupidamente votata perché innamorati dell’aspetto più folckloristico della politica, o di quello più qualunquista o più atto alla protesta – mi verrebbe da dire anche il più ignorante, ma forse non è il caso ma ecco che l’ho comunque detto – e ora quelli si sono convinti di contare davvero più di quanto possa contare un movimento con un paio di idee buone alle quali dare atto, un mucchio di politici così e così e un pratone di Pontida pieno di gente con gli elmetti vichinghi e le unghie delle dita annerite dal troppo sbucciare via la pelle dal salame.
Etichette: governo, Lega Nord, politica
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