Candidare Oriana Fallaci contro Afef?
Non è stupida l’idea ventilata dall’organo ufficiale della Lega Nord,
Non è stupida l’idea ventilata dall’organo ufficiale della Lega Nord,
Si consiglia la lettura del seguente dardo, per via del suo linguaggio e dei suoi contenuti osceni ed espliciti, ad un pubblico adulto e possibilmente non di centro-sinistra
Primarie Unione, ecco il numero di telefono per la raccolta fondi da parte dei militanti: 899699906. Prezzo 2,50 € a chiamata. Solo maggiorenni. Servizio riservato all’intestatario della bolletta. Attenzione, linguaggio esplicito: durante la telefonata Bertinotti e Prodi spiegheranno, tra orgasmi e mugolii, il loro programma elettorale. Segnatélo su un Post It®
Paolo Guzzanti, padre di 1, padre di 2, vice-direttore del Giornale, senatore di FI. Marcello Veneziani, intellettuale di area AN, ex MSI, giornalista su Libero e l’Indipendente, autore di libri, pamphlet e recentemente inviperito con la ex moglie rea di avergli nascosto dei libri. Entrambi i personaggi in questione appartengono all’area di centrodestra. Solo che il primo proviene da sinistra, il secondo è più o meno rimasto dove stava: a destra. Dovrebbero convivere, ma si beccano: quello venuto da sinistra accusa il suo compagno di schieramento di essere un fascista. Il presunto fascista replica dicendo di apprezzare molto i destri ex sinistri e di considerarli parte della destra contemporanea ed anche di quella futura. In particolare apprezza l’intelligenza del primo, il padre di 1 e 2. Ora dopo i dati la facile constatazione: agli ex sinistri – non tutti, sia chiaro, qualcuno però sì e il Guzzanti sembra uno di questi – dà per caso fastidio essere considerati di destra? Urge una delucidazione.
Disclaimer: Non è la prima volta che accanto al post metto la foto di un bel peperoncino. Rosso, piccante, di quelli affusolati, tipici per la loro forza. Sta ad indicare (ma l’avrete sicuramente capito) un post da tenere in considerazione ma allo stesso tempo da non prendere troppo sul serio. Insomma, come quello in cui si parlava di un giornale che ha cambiato direttore e che ha copiato spudoratamente l’impostazione grafica di un altro giornale. La denuncia è seria, ci mancherebbe altro, ma il tono è tra il serio e il faceto. Ecco, tra il serio e il faceto: la definizione è perfetta. Che dite, si capisce che amo
Ma perché ci scandalizziamo? Spero vivamente per le gonne corte, vera e propria fonte d’ispirazione; oppure per l’ombelico – che non è per l’ombelico in sé quanto per quello che rappresenta; una parte per il tutto: il ventre – che in un contesto piatto ed altamente presentabile senza vergogna, a noi maschietti fa girare la testa. La messa al bando di queste bellezze è ingiusto – no, quella dei pantaloni di pelle no perché a) puzzano b) in ufficio non suona Bon Jovi – non quella delle infradito. Traduzione italiana dell’americano flip flop. Queste sono esempio di burinaggine, ed è più che giusto non presentarsi all’ufficio con le ciabatte (perché saranno anche di moda previo sdoganamento sulla passerella; le avranno anche Dolce e Gabbana e probabilmente pure il Cav. ne ha un paio per quando esce di doccia, ma è innegabilmente burino indossarle per strada, nei negozi, nei ristoranti – dico: ristoranti! – o negli uffici pubblici o privati che siano), figuriamoci innanzi a Geroge W. Bush, come una scolaresca di persone evidentemente poco educate ha fatto nel bel mezzo dell’estate che si sta concludendo. Le infradito mostrano il piede: zona altamente erogena, desiderio spesso inconfessato – perché ritenuto inconfessabile – ma che in sostanza ci arrapa tutti quanti. Ma anche zona del piede che, nel caso di zero manutenzione, è brutta. È storta, puzza, le unghie hanno forme disgustanti. Gli smalti vengono applicati un giorno all’anno e per gli altri 364 si aspetta che venga via da solo, senza l’aiuto del batuffolo immerso nell’acetone. In questo modo si rischia anche di giudicare una persona per quello che non è, cari ragazzi. Si corre il rischio di soffermarsi su un’unghia incarnita e da lì decidere che quella bellissima ragazza con i capelli biondi e gli occhi azzurri, che con un bel tacco ci avrebbe fatto perdere la testa, ci fa invece schifo – perché, non prendiamoci in giro, un’unghia incarnita fa schifo! - Insomma, le infradito sono da cafoni. E sono scomode: fatevi una passeggiata di un chilometro scarso con ai piedi le “ciavatte” e poi vedrete – non che io abbia provato, siammai, è che spesso ho goduto della compagnia di chi lamentava calli e vesciche proprio tra l’alluce e il secondo dito. Scomode, brutte e cafone: guai al primo che fiata, in America hanno fatto benissimo a metterle al bando, poche chiacchiere.
Ammetto che questa volta non è farina del mio sacco. Perlomeno non tutto. Stavolta – ma la ragione è nobilissima* - la news non è fata da me. L’ho pescata in rete, su un altro blog. Ma che importa, la pratica non è diffusissima? L’importante non è mica distribuire e far girare il più possibile le notizie? Allora mi ci metto anche io, nel mio umilissimo piccolo. Bene, JimMono ha fatto un post su Vasco Rossi, ispirandosi alla rubrica che il rocker emiliano tiene su XL, il nuovo supplemento mensile e molto fighetto di Repubblica. Ebbene, in dillo alla luna – che è poi il nome della rubrica oltre che una celebre canzone del Blasco – del primo numero l’ex (?) “vita spericolata” manda un messaggio a sir Bob Geldof. Quello del Live8, anche se preferisco ricordarlo come quello dei Boomtown Rats di I don’t like Mondays – che sono un po’ come i Cugini di Campagna in lingua inglese: oddio, la qualità proprio non è la stessa, ma il ricordo nella gente si. I parrucconi nostrani sempre con Anima Mia, i bevitori d’oltremanica con I don’t like Mondays. Insomma, Vasco scrive delle belle paroline all’organizzatore del “più grande spettacolo di Rock’n’roll sulla faccia della terra”, che con un impietoso copia-incolla riporto su queste paginette:
Non ho partecipato al Live8. Ho declinato l'invito pensando che ci sarebbe stato senz'altro qualcun altro che mi avrebbe degnamente sostituito...Sono stato definito "distratto" e "poco impegnato"...Allora rispondo a "sir" Bob Geldof. Il mio "impegno" è quello di cercare di scrivere belle canzoni. E quando ci riesco mi sembra di aver già fatto abbastanza. Altri tipi di "impegno" li trovo un po' eccessivi quando non addirittura strumentali... insomma, non si sa mai dove finisce l'"impegno" e dove comincia qualcos'altro. Per la beneficenza meglio usare il proprio portafoglio e possibilmente in silenzio. Lo spettacolo deve tornare a essere spettacolo e non spettacolarizzazione. E la solidarietà un impegno personale e "fisico"... Vedo molto bene il volontariato che consiglio a ogni artista "impegnato". La musica basta da sola, è già di per sé un messaggio di pace... quando si suona non si spara...
Piccante, non trovate? Ma la cosa più bella, quella che fa riflettere e pure spuntare un sorriso spensierato – quella che, insomma, fa sperare in una seppur piccolissima speranza per il domani– è che le frasi di Vasco Rossi, così deliziose, sono state pubblicate su un inserto di Repubblica. Che avevano forse ragione quelli del Secolo d’Italia quando scrissero che Vasco forse sotto sotto era più di destra che di sinistra? Vasco canta alla grande, su e giù dal palco – per citare uno che al Live8 invece c’è stato, seppur in modo ridicolo.
*la ragione nobile sta nel fatto che rifiutandomi di comprare Repubblica ero semplicemente a conoscenza della nascita del nuovo inserto ma me ne ero ben visto dal dargli un’occhiata. Magari m’avrebbe evitato di rubare la news a qualcun altro. È che dopo la nascita del patetico News Settimanale di Andrea Monti non mi fido più di nulla. Ma questa sarebbe un’altra storia.
Cosa non si fa per due presenze in più. Il grande ritorno della pacchianata – pardon – Festa de l’Unità a Milano è trionfale. E giù di locandine. Metalmeccanici? Lavoratori incazzati? Sfottò all’attuale presidente del consiglio il Cav.? Ma nemmeno per sogno. Vogliamo attirare davvero molta gente? – avranno pensato con un lampo di vero genio gli organizzatori – allora mettiamoci una signora. Bella, magari con quel gusto un po’ retrò. Sicuramente mi sembra più una snobbetta conservatrice che una progressista con i capelli bianchi a-là-cazzo, la faccia da perenne inviperita e la gonna la ginocchio. Ma tant’è. E il caro vecchio motto risulta essere sempre il più vincente. Cosa diceva? Ah, sì: tira più un pelo di figa che un carro di buoi.
“Il problema della Palestina non è un dissidio per la terra, ma di fede. Supponiamo che gli ebrei dicessero ai musulmani di riprendersi
Wagdy Ghoneim, espulso dagli Stati Uniti nel dicembre del 2004, prima leader dei Fratelli Musulmani e poi sostenitore di Hamas, già arrestato sei volte in Egiitto, ora fa telepredicatore sul canale televisivo Iqra. Invitato al campeggio estivo dell’Ucoii, l’Unione delle comunità musulmane e delle organizzazioni islamiche italiane, non ha fatto in tempo a prendere parte all’evento per problemi di visto d’entrata. Parteciperà comunque ad un ciclo di conferenze, sempre organizzate dall’Ucoii, la prossima settimana.
(fonte: Il Foglio)
Gira voce, ma non prendetela per certa, che componendo 08 con il proprio cellulare si riesce a capire se si è “sotto controllo”. Se l’apparecchio dà libero non c’è scampo, siete intercettati. Io non sono sotto controllo – alla mia chiamata ha risposto la vocina pre-registrata “Vodafone messaggio grat…”. E meno male, altrimenti come giustificavo gli sms sconci?
“Hai intenzione di parlarci oggi?” – “Si, credo che lo farò”. Breve scambio di battute tra un’infermiera del Little Brook Hospital di Dartford, Inghilterra, e il suo paziente. E la bufala più grande dell’estate viene definitivamente vomitata, dopo aver girato nello stomaco per qualche mese, a causa di difficile digestione. Tutto ha inizio lo scorso 8 aprile. Sulla spiaggia di Sheerness, Sud di Londra, viene rinvenuto un ragazzo vestito in abito da sera completamente fradicio. Non parla, non ha con sé documenti. Insomma, nessuno sa chi è. L’unica cosa che farà, e che determinerà il suo nome da qui in avanti, è quella di disegnare un pianoforte su un foglio di carta. Un bel pianoforte, bisogna ammettere. Un mezza coda, completo di tutti i suoi tasti, nemmeno un errore o una dimenticanza. Insomma, lo smemorato in questione deve saper bene di cosa si tratta. Allora ecco che lo si porta innanzi ad un pianoforte e – stupore! meraviglia delle meraviglie! – il ragazzo suona divinamente. Parte la caccia all’uomo. “L’ho visto io, è un suonatore ambulante di Nizza”, e il francese immediatamente smentisce facendosi trovare in ottima salute. “è amico mio, abbiamo fatto la scuola insieme, è un bambino prodigio ceco”. Tale bambino prodigio ora è un uomo, si chiama Tomas Strand, vive a Praga e, nemmeno a dirlo, non è Piano Man – questo il nome dello smemorato “pianista”. Tutto questo fino a quando le voci iniziano a trapelare e l’inganno è tratto: il nostro ragazzo ha vent’anni, è tedesco, pare anche gay – quasi un obbligo esserlo per fare davvero notizia – arriva dalla Francia, dove ha perso lavoro, ha tentato il suicidio e, non riuscendoci, ha pensato bene di fotterci tutti: dalle persone che vedendolo l’hanno riconosciuto nel loro presunto cugino lontano ai semplici curiosi (noi), passando per gli ospedali e le case di cura della terra di Sua Maestà
Eccomi di ritorno. Si scriverà, non si vede l'ora.
Il quadro soprastante non è stato riprodotto con una logica ben precisa. Si cercava su Google qualcosa che ricordasse il tema del ritorno – ritorno dalle vacanze, addio relax, sofferenza psicofisica ma anche voglia di ricominciare… - ed è venuto fuori questo. Titolo: Ritorno dai Campi. Autore: Romualdo Prati. Volete saperne di più? Qui.