sabato, novembre 29, 2008
venerdì, novembre 28, 2008
farla fuori dal buco e non accorgersene.
Gli studenti della Sapienza di Roma, che dell’«onda» studentesca è stata il motore primo, hanno votato per eleggere i loro rappresentanti nel senato accademico e nel cda. Ai primi tre posti ci sono tre liste di destra. La prima lista di sinistra si è collocata al quarto posto, dando luogo ad una debacle clamorosa e disturbando l'inagurazione dell'Anno Accademico.
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Gonzo Natal, di Celentano il regal
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giovedì, novembre 27, 2008
ad Axl dategliela diet
Charlotte Roche, Zone Umide pt. 2 (e la vanità del blogger)
Un paio di post sulla vanità del blogger, in una settimana scarsa, e per il resto un gran silenzio, non sono molto – questo il rimbrotto che leggo in ognuno di voi. Avete ragione, per carità. Di cosa vogliamo discutere ce lo siamo però chiesti? Potrei star qui ore a scrivere di politica, di massimi sistemi, analizzare il casino che è successo in India, a Mumbai, o anche cose più frivole tipo il volto nuovo della sinistra extraparlamentare, inteso come Vladimir Luxuria (ma noi persone serie la conoscevamo già per il suo estro artistico e per la sua carriera pre-onorevole, nevvero?) oppure cercare di analizzare perché l’Atlantic ha dichiarato che la vendita di dischi tramite il downloading digitale ha superato quella su supporto ‘tradizionale’. Siamo sicuri di volerlo fare, ché già i blog là fuori sono intasati di tutto questo?
Niente, vi tocca ancora la vanità. E vengo al dunque: oggi mi è stata recapitata, omaggio gentile e quindi ancor più gradito, una copia del libro di Charlotte Roche Zone Umide (Rizzoli, 15 euro). Mi è stata spedita perché su questo blog se ne è parlato un gran bene, e l’ho consigliato (e lo consiglio tuttora, a maggior ragione) a voi lettori magari illudendomi (io e l’ufficio incaricato della promozione) di aver fatto aumentare di una paio di copie il fatturato di Rizzoli per quest’anno. Dell’omaggio, ovviamente, sono molto grato. Quasi che il mio essere blogger – con tutto quello che ne deriva, non ultima una quantità di tempo passata a scrivere gratis per il piacere di farlo – abbia finalmente avuto la sua gratificazione. E con esso la mia vanità.Tornando al libro, apprezzate la sincerità: ho detto che secondo me è un gran libro prima di riceverne una copia in omaggio e dopo averne pagata una di tasca mia; anzi, l’omaggio è la conseguenza dell’averne parlato bene. Per cui si deve trattare proprio di un bel libro. Ottimo anche come strenna natalizia alla vostra amica scandalizzata da eccessi verbali e ossessionata dall’igiene e da un’idea vecchiotta di femminismo (sostiene l'autrice del libro, in un'intervista al Corriere della Sera [14.10.2008], che «la donna è una cosa sola, non è unicamente sesso profumato, è anche altro, va in bagno, si ammala, sanguina. Non riconoscere e non parlare di questa sua parte limita e costringe la donna»). Se siete a corto di idee, fate almeno la fatica di ringraziarmi.
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venerdì, novembre 21, 2008
questioni di identità
La vanità, quella, l’è una brutta bestia. Ma per avere un blog è neccessario esserlo almeno un po’ - vanitosi intendo. E così mi si lascia commentato qua e là che “incuriosisco”, che “è stato fondato un gruppo su Facebook di gente che ti vorrebbe conoscere” e, insomma, fa più che piacere – sono vanitoso, ormai lo saprete: quindi se e solo se non mi conoscete di persona, iscrivetevi a quel gruppo. Solo che – suvvia! – incuriosire mi pare un po’ troppo, svelare addirittura la mia identità è fuori da ogni logica. Perché questo blog è nato per la vanità ma fino ad un certo punto: nella vita credo di avere altre valvole di sfogo attraverso le quali lasciarla uscire. Ecco, vedete il blog come una di queste valvole, e tutto vi sarà più chiaro. Vi è poi che non solamente per la vanità ho creato ormai anni or sono Ordine Generale: mi serve anche come esercizio continuo, come tela dove gettare sopra – ‘schizzare’ sarebbe stato ancora più opportuno – tutto quello che mi passa per la testa, e come mi passa per la testa, con tutte le arzigogolature e le mancanze di forma e di sintassi – e di contenuto, spessissimo – e dove poter abusare di tutte le parentetiche e saltare i punti e fare un sacco di consecutive, di subordinate, di anacoluti; mancare totalmente le gerarchie grammatico-lessicali (!), ché almeno non c’è nessuno che vuole che io faccia così o colà, e io sono l’arbitro – e il direttore, e il caporedattore, e l’editor e spesso anche il lettore – unico di questi schizzi. Credo abbiate compreso, no? Un esercizio unico, ma anche un punto di riflessione senza eguali: buttare già un pensiero serve per assimilarlo meglio, talvolta anche per articolarlo meglio nella propria testa prima ancora che su foglio – o su pixel, quel diamine che volete voi! Un po’ bloc notes e un po’ saggio – “paper”, come dicono quelli che pubblicano sulle riviste accademiche. Un po’ anche angolo del ribrezzo, perché a volte rileggo roba indietro con i mesi che mi fa accapponare la pelle – tra qualche mese queste righe saranno tra quelle, già sono pronto a scommetterci: la vena oggi è scarsa, e scarseggiava anche ieri e l’altro giorno pure, domani chissà. E anche “una sega”, come mi pare scrisse una volta una grandissima giornalista tanto amata da queste parti – salvo poi farsi anch’essa un blog, come tutti i bravi ragazzi; e va bene così.
In tutto questo voi, carissimi lettori che nemmeno ci speravo mi seguiste così assiduamente e – perché no? – anche affettuosamente, giocate un ruolo fondamentale. Perché a volte mi accorgo, tra uno schizzo e una riflessione, che non posso prescindere da voi, che in qualche modo il messaggio è rivolto a qualcuno. Poi, però, mi rilasso: un modo in più per riflettere meglio, o per esagerare con le licenze. Questa, forse, l’unica identità che vi posso svelare, e sapete bene come un ‘vedo e non vedo’ sia molto più intrigante di becera pornografia. L’identità vera, lasciatela a me. Lo scopo di Ordine Generale non è questo, e a dire il vero se cercate bene negli archivi troverete qualche corrispondenza tra quanto pubblicato qui e quanto su larga scala (e solo perché non conoscete il cestino della carta straccia, a me tanto famigliare) che vi potrebbe facilmente ricondurre alla mia persona. Del tutto trascurabile, del resto, rispetto a quanto scrivo qui. C’è poi il piacere, la vanità (ancora!) che gioca un ruolo tutto suo; ma quel ruolo – purtroppo o per fortuna, stabilite voi ché io non ci riesco – non è sufficiente. Non basta.
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mercoledì, novembre 19, 2008
la macchina del tempo.
Capita che alzandosi una mattina qualunque, come questa mattina, e credendo di vivere una ventina d'anni più avanti, ci si trovi invece inchiodati così violentemente al presente. Grazie alla prima pagina de Il Piccolo di Trieste di oggi, 19 novembre 1986.
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martedì, novembre 18, 2008
si arrossisce, almeno un po'.
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venerdì, novembre 14, 2008
oplà, la televisione!
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mercoledì, novembre 12, 2008
una domanda, (al momento) zero risposte.
Etichette: Guia Soncini
domenica, novembre 09, 2008
Zucconi ha abbronzato Obama prima del Cav.
«I commentatori che fino a dieci giorni fa calcolavano il margine di vittoria del senatore abbronzato e la batosta della Fata Turchina dei ghiacciai con il suo rimorchio senile ora non si fidano dei sondaggi.»
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sabato, novembre 08, 2008
nazismi.
Dire di una persona, indipendentemente dal colore della sua pelle, che “non è un essere umano” è invece quantomeno nazista. Ma non leggeremo mai nessun compagnuccio piagnucolare sul sito del New York Times, per far capire all'America e al mondo che non tutti gli italiani sono come quelli che dicono certe cose. Anzi, li vedremo in coda alle casse delle librerie.
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lunedì, novembre 03, 2008
quattro-cinque giorni al massimo.
domenica, novembre 02, 2008
Abolire l'ordine degli inviati di guerra ancora no, eh?
In Italia, se vuoi diventare un giornalista professionista, devi sostenere un esame. Questo esame, fino a un anno fa, lo si sosteneva con una macchina da scrivere meccanica. Proprio così, dovevi cercarne una, sperare di trovarla e esercitarti a picchiettare sui tasti durissimi fino a quando i polpastrelli facevano male. Il perché di questa scelta è difficile a dirsi. Nelle redazioni i terminali esistono da (almeno!) una ventina di anni, e scrivere a macchina è un vezzo che al limite si concede qualche direttore vetusto. C'è da pensare che forse all'Ordine avevano paura che, con i moderni pc, qualcuno copiasse. Poi però il buon senso deve aver avuto la meglio, perché sostenere un esame di quel tipo in quelle condizioni non realistiche pareva una follia. Allora, pronti a sostenere l'esame con i computer. Per ovviare alla questione delle copiature, l'Ordine ha acquistato 500 chiavette USB sopra le quali i candidati dovevano salvare il proprio elaborato che sarebbe successivamente stato esaminato dalla commissione. Peccato che molte di queste chiavette fossero guaste e che alcuni candidati abbiano dovuto addirittura copiare a mano il loro lavoro.
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sabato, novembre 01, 2008
lo studente è fesso. Sempre e comunque
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