Il mio contatore di iTunes in questo caso risulta essere spietato. Alla voce 'Diana Est' – l'artista del quale oggi si vorrebbe, umilmente, parlare – segnala impietosamente questo tempo: 22,2 minuti. Il che non vuol dire che sarebbe meglio occuparsi di altra gente, visto la scarsa disponibilità. Nulla di tutto questo. La carriera di Diana Est, quella ufficiale e che esclude i vari extendend mix per le discoteche, dura tanto. Circa venti minuti compressi nello spazio di tre (tre!) 45 giri. Tre singoli ufficiali ai quali vanno aggiunte le relative tre b-sides. Ma, fidatevi, ne vale la pena. Perché Diana non è stata una delle tante icone e/o meteore che hanno affollato il pop italiano negli anni '80. Non era la cantante di un Gruppo Italiano qualsiasi. Non si è dovuta reinventare una carriera di attricetta o di fashionist. Lei no, in 3 singoletti ha rappresentato la luce, ha accecato chi ancora la ricorda con piacere. E poi è sparita, lasciando dietro di sé solamente una lunga, interminabile, scia di mistero ancora oggi – a distanza di 24 anni da Diamanti, l'ultimo 45 giri – ripercorsa da migliaia di fans sparsi per l'Italia (e per l'Europa), alla ricerca di una notizia, di uno scoop, di un pezzo raro. Inutile dire che è praticamente impossibile trovare anche solamente mezza delle cose sopra elencate. Diana Est è letteralmente sparita dalla circolazione e le ultime notizie che si hanno di lei risalgono al 2004, quando la nostra concesse una breve intervista a Radio Popolare, ripercorrendo la sua carriera ma rifiutandosi - “e categoricamente” - anche solo di canticchiare il refrain di uno dei suoi vecchi pezzi. Per il resto anche gli inviti ai vari Meteore, Cocktail d'Amore e programmaglia varia di recupero degli anni '80 sono stati presi ed accantonati. Pare – pare – che oggi restauri mobili. Ma il futuro non è certo e, ascoltando una delle portinerie Internet dentro la quale maggiormente ci si occupa di lei, persino la residenza, intesa geograficamente, risulta essere incerta: “i cula [trascrivo dal forum del sito Gay.it, ndr] milanesi la vogliono nei dintorni di Milano; quelli friulani, rientrata nella terra d'origine; i bresciani nella Franciacorta; altri ancora in Svizzera, Sardegna, trasferita all'estero”. Nessuno sa dove stia quella che oggi, nell'AD 2006, è semplicemente la signora Barbieri (Cristina, vero nome di Diana Est).
Nipote di quel Mario Lavezzi che tanto si trova nascosto dietro molti successi di cantautori italiani, Diana Est è apparsa per la prima volta in televisione alla (tenerà?) età di 17 anni, come corista per Ivan Cattaneo nella trasmissione Rai “Mister Fantasy”. Da lì l'ascesa: incontra il produttore Nicola Ticozzi e con Tenax (Dischi Ricordi, 1982) (autori Enrico Ruggeri e Stefano Previsti) è subito trionfo. Pulsante New Wave con basso live, una spruzzata di post-moderno (“un modo di vivere e di pensare. In breve, il compito dei postmoderni è quello di recuperare il passato” dirà la Est in un'intervista dell'epoca), un testo che ci ha lasciato un paio di frasi brillanti e, a loro modo, decadenti (“Val la pena vivere solo dalle 11” e “Forse è già mattina e non lo so” quest'ultima impressa anche sui muri che conducono all'interno della celebre discoteca Cocoricò di Riccione) e un ritornello che addirittura cita Seneca (“Sed modo senectus morbus est / carmen vitae immoderatae hic est / Tenax / Tena-Tenax”), non si sa se frutto degli studi classici della Barbieri o di quelli del paroliere Enrico Ruggeri. Il lato B, Notte senza pietà, è ancora pura e disincantata New Wave, che tanto fece ballare i giovani di allora a che tanto impazza tutt'oggi nei gothic club e nelle serate anni '80 dei più famosi locali della penisola. Il successo di Tenax viene bissato immediatamente l'anno successivo con il singolo Le Louvre / Marmo di città (Dischi Ricordi, 1984), sempre firmato dal duo Previsti-Ruggeri. Questa volta la Est canta che “per molti secoli / quei nobili / sono rimasti nascosti sempre immobili / con una voglia intensa / di entrare nei bistrot”. Altro successo planetario, altri Festivalbar (vinta l'edizione del 1983 ex equo con Scialpi), altri concorsi, altri premi. E la leggenda che cresce a dismisura. L'aspettano al varco dell'LP, ma qualcosa inizia a non funzionare. Si rompe il sodalizio con Enrico Ruggeri (e, voci che arrivano sempre dalla rete, dicono che tuttora fra i due non corre buon sangue) e il singolo Diamanti / Pekino (Dischi Ricordi, 1984) presenta il cambiamento. A partire dagli autori (Avocadro – Ameli per Diamanti ai quali si aggiunge anche Fasolino per Pekino) per concludere nella musica. Non più New Wave con natura post-moderna ed andamento dark. Ora Diana Est sembra aver preso come modello vocale Antonella Ruggero e Diamanti suona esattamente come suonavano i Matia Bazar, solamente con più innocenza. E poi basta, la storia bruscamente s'interrompe. I motivi con ogni probabilità li conosce solamente lei, la signora Barbieri. Il suo produttore di allora, Nicola Ticozzi, ha semplicemente affermato che “aveva perso interesse. Aveva la testa altrove”, mentre Tony Carrasco (autore dei remix di Le Louvre e Tenax) conferma la “tesi” che la vorrebbe restauratrice di mobili (“Stefano Previsti è morto. La ragazza è ancora viva oggi, però non fa più queste cose qua. È mamma. So che fa queste cose qua (la restauratrice di mobili, appunto, ndr), mi sembra che vive tranquillamente, una vita abbastanza tranquilla”), mentre i motivi della veloce fuga dal mondo della musica, nemmeno lui li conosce con precisione: “Cristina e Nicola sono partiti con i primi due singoli, poi lei non aveva più voglia e infatti ha fatto un po' impazzire Nicola che voleva fare un album. Dal terzo singolo lei era già da un'altra parte”. Eggià, un'altra parte. Una breve ed intensa cometa che brilla ancora nel ricordo di tantissimi ammiratori. Lei, con quel suo look che faceva da perfetto ponte tra passato e futuro; con il suo carré asimmetrico in testa; con la sua eleganza e la sua maestria.
Inutile dire che è praticamente impossibile recuperare materiale originale di Diana Est se non nei mercatini dell'usato o su Ebay (a quanto mi risulta non è stato ristampato nulla su cd). Per la prima volta – per motivi di necessità e per non perdervi questo pezzo del pop italiano – bisogna ricorrere al download. Trovate pressoché tutto: dalle versioni originali, ai vecchi remix di Carrasco a quelli più recenti (2004) targati Prezioso. Su YouTube si trova anche qualche vecchio filmato preso da trasmissioni come il Festivalbar o Popcorn, le stesse che vengono riproposte su Rete 4 a tarda notte.
Discografia:
Tenax / Notte Senza Pietà (Ricordi, 1982)
Le Louvre / Marmo di città (Ricordi, 1983)
Diamanti / Pekino (Ricordi, 1984)
Nell'agosto del 2002 il giornalista Matteo Bianchi ha pubblicato sul mensile Max un racconto riguardante Diana Est.